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Narcotraffico, è guerra in Messico

Le due più importanti organizzazioni criminali del Messico sono impegnate da mesi in una guerra senza esclusione di colpi, che si è ulteriormente inasprita nelle ultime settimane con una strategia di propaganda e intimidazioni che ha fatto decine di vittime, per la maggior parte innocenti.
 
Da una parte c’è il giovane e già potentissimo cartello di Los Zetas, nato da una costola di un’unità d’elite dell’esercito messicano; dall’altra il vecchio e carismatico cartello di Sinaloa. A fare da corollario in questa battaglia per il controllo del narcotraffico dentro e fuori il Messico, altri gruppi criminali schierati da una parte o dall´altra.
 
“Ciò a cui stiamo assistendo e che ci sembra estremo, in realtà, qui è la normalità. Queste bande devono sempre trovare qualcosa di estremo. Il loro unico limite è la loro stessa immaginazione.
 
E non voglio neppure pensare ai limiti dell´immaginazione di un gruppo di psicopatici”, ha detto Alejandro Hope, analista ed esperto di sicurezza, citato dal “Washington Post”.
 
Agenti dell´antidroga americani e messicani hanno confermato che, nelle ultime settimane, ci sono state numerose incursioni degli Zetas in territori tradizionalmente controllati dai narcos di Sinaloa, come le città di Badiraguato e Choix, in Sierra Madre, una volta considerate roccaforti inespugnabili del leader di Sinaloa, Joaquin El Chapo Guzman.ù
 
Solo nell´ultimo mese, i due gruppi criminali e i loro alleati hanno lasciato 14 corpi senza testa davanti alla sede del municipio di Nuevo Laredo; altre nove persone sono state impiccate e tra esse due donne. Diciotto cadaveri, fatti a pezzi, sono stati ritrovati nei pressi di Lake Chapala, area frequentata da turisti. E altri 49 corpi, con testa, mani e piedi mozzati, sono stati abbandonati sul ciglio di una strada a Cadereyta, non lontano da Monterrey.
 
r.m
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