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Peña Nieto è il nuovo presidente del Messico

Come da pronostico, il candidato del Partito rivoluzionario istituzionale messicano(Pri) Enrique Peña Nieto è stato eletto ieri presidente con il 38%% delle preferenze, secondo i primi risultati ufficiali diffusi questa mattina. Il Pri che ha governato il Messico per 71 anni, torna così alla guida del Paese.
Nieto ha preceduto di circa 7 punti percentuali il suo principale sfidante, il rappresentante di una coalizione di sinistra, Andres Manuel Lopez Obrador. Le elezioni di ieri hanno segnato inoltre una dura sconfitta per il Partito di azione nazionale (Pan) dell´attuale presidente Felipe Calderon. La candidata del Pan, Josefina Vazquez Mota, non è andata oltre il 25% dei voti.
 
Ottanta milioni di messicani sono stati chiamati alle urne per eleggere il presidente, rinnovare il Parlamento, designare 6 nuovi governatori e il sindaco di Città del Messico. Poco dopo la chiusura delle urne, il presidente dell´Istituto federale elettorale, Leonardo Valdes, ha sottolineato che “incidenti minori” non hanno inciso sul regolare svolgimento della consultazione elettorale”.
 
Nella capitale la sinistra manterrà la guida del municipio, che detiene dal 1997, grazie alla larga vittoria del suo candidato, l´ex procuratore Miguel Angel Mancera, eletto con il 60% delle preferenze. Quanto ai governatori, il Partito rivoluzionario istituzionale si sarebbe aggiudicato 4 dei 6 posti in gioco, tra cui quello di Jalisco, la cui capitale Guadalajara rappresenta la seconda città del Messico.
 
Peña Nieto, avvocato di 45 anni, ha promesso “un governo efficace”, capace di contrastare la criminalità e di alimentare la crescita economica a fronte di una crescente povertà, che interessa ormai il 43% della popolazione. Secondo Javier Oliva, dell´Università nazionale autonoma del Messico, “la sfida più importante è però quella di ricostruire la pace sociale nelle zone più colpite dalle violenze in Messico”.
 
Ma quelle di ieri in Messico sono state delle elezioni blindate. Un importante dispositivo di sicurezza è stato messo a punto in tutto il paese. Le forze dell´ordine hanno presidiato in massa i seggi, mentre numerosi elicotteri militari hanno controllato dall´alto il regolare svolgimento delle operazioni di voto e scrutinio. L´esercito ha pattugliato inoltre le aree più a rischio, quelle in cui la guerra tra narcos ha fatto oltre 60.000 morti dall´inizio del mandato di Calderon, a fine 2006.
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