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Ecco chi guadagna (e chi no) dal piano energetico del governo

La Strategia energetica nazionale approvata dal Consiglio dei ministri ha fini ambiziosi. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che ha curato il documento, ha dichiarato che lo scopo fondamentale del piano è la “riduzione delle bollette”. Gli altri tre obiettivi principali sono il rispetto degli impegni ambientali del 2020, la sicurezza degli approvvigionamenti e lo sviluppo delle energie verdi.
 
Per dare attuazione alla strategia, si legge su MF-Milano Finanza, “sono attesi investimenti per 50 miliardi di euro nei settori tradizionali che comprendono rete di trasporto e distribuzione, rigassificatori, gasdotti e stoccaggi, exportation&production. Ma tra gli obiettivi – prosegue l’analisi del quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi – c’è anche il potenziamento del segmento delle rinnovabili, portando il peso sull’elettricità dal 22 al 38%, che quindi ne farebbe la prima fonte di energia italiana. Il tutto condito con un ulteriore sviluppo del risparmio energetico, delle industrie e delle tecnologie collegate. Gli investimenti attesi in questo caso sono di 130 miliardi”.
 
Ma quali saranno le società che trarranno maggiore vantaggio dalle decisioni del governo e dal piano di investimenti previsto dalla Sen? “Secondo Equita – spiega MF-Milano Finanza – il documento programmatico è potenzialmente positivo per Snam/Terna e le società rinnovabili come Enel Green Power, Alerion e Falck Renewables; potenzialmente negativo invece per i power generator come Enel, A2A, Iren, Edison, Eni e Sorgenia. Anche Ubs concorda sul fatto che la Sen sulle infrastrutture è un aspetto positivo per Terna e soprattutto per Snam”.
 
Secondo quanto riportato da MF, anche Goldman Sachs raccomanda il titolo di Enel Green Power, sostenendo che “l’aumento della capacità al di fuori dell’Italia guiderà un tasso composto medio di crescita annuo dell’utile per azione del 9% nel periodo 2012-15”.
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