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Chi è Ragosa, l’ing. che digitalizzerà (forse) l’Italia

A poco più di un mese dalla pubblicazione del bando e a 27 giorni dalla fine della raccolta delle candidature, l’Agenzia per l’Italia digitale ha il direttore generale. Nato nel 1950 a Salerno, Agostino Ragosa si è conteso la poltrona insieme a una rosa che comprendeva tra gli altri Stefano Parisi, presidente di Confindustria digitale, Alfonso Fuggetta, docente del Politecnico di Milano, e Alessandra Poggiani, docente alla Sapienza di Roma.
Dopo una laurea in Ingegneria elettronica e Telecomunicazioni all’Università Federico II di Napoli, tra il 1978 e il 1993 Ragosa ha lavorato in Italcable e, successivamente, è passato nel gruppo Telecom Italia assumendo diversi incarichi dirigenziali nel settore dell´Ict. Ragosa è stato chief operating officer del gruppo Poste Italiane dall´agosto 2004 all´agosto 2012; e dallo scorso settembre ricopriva l´incarico di responsabile dell´innovazione e dello sviluppo Ict, ruolo che ora lascerà per il nuovo incarico.
 
La sua nomina è il risultato di una procedura innovativa e aperta. Per individuare la figura professionalmente più adatta a dirigere l’Agenzia digitale, sui principali siti dei ministeri competenti è stato pubblicato per 15 giorni un apposito avviso, al quale hanno risposto oltre 200 candidati. I parametri richiesti dal bando? “Una comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica” e una “comprovata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione, tanto nel settore pubblico quanto nel settore privato”.
 
La lunga esperienza nel settore delle telecomunicazioni non lascia dubbi sulla coerenza di Ragosa al profilo richiesto. Ma c’è un dettaglio che non è sfuggito alla Rete. La sua età: “Bene, per l´Agenzia Digitale hanno scelto un giovane. 2012-1950=42, no? Aspetta, forse no, 62”, scrive un blogger (@redtaras).
In molti hanno notato l’assenza di un suo profilo su Twitter, Linkedin e social, dicendo: “Il nuovo direttore dell´Agenzia per l´Italia Digitale Agostino #Ragosa non ha un profilo Linkedin… ci preoccupiamo?”, scrive Umberto Malesci (@umbertomalesci), amministratore delegato di Fluidmesh Networks.
 
Più ficcante il giudizio di Massimo Mantellini, da oltre un decennio impegnato a scrivere di internet e di tecnologia sul web e sulla carta stampata da Punto Informatico a l’Espresso: “Cosi ad occhio e croce direi che secondo Google la presenza personale on line di Agostino Ragosa, neo eletto direttore dell’Agenzia Digitale italiana, è circa pari a zero. Ragosa non sembra avere una pagina web personale, un blog, non sembra essere iscritto a Facebook o a Twitter. Nulla di tutto questo è ovviamente necessario eppure l’assenza di un certificato di esistenza in rete è un segnale molto chiaro, specie se applicato a una figura dirigenziale che non si dovrà occupare solo di Pubblica Amministrazione e di appalti ma anche di alfabetizzazione telematica e di cultura digitale in senso lato. La nomina di oggi è l’ennesima grande delusione digitale di Mario Monti l’analogico”, scrive Mantellini su Manteblog, il suo blog personale.
 
Riccardo Luna (@riccardowired), già direttore di Wired Italia e firma del quotidiano la Repubblica, ironizza invece sulla formula usata dal governo per ufficializzare la nomina di Ragosa:“#hapresoatto per la nomina di Ragosa all´Agenzia Digitale è metafisica, a metà strada fra #sandy e lo spiritosanto”.
 
Edoardo Narduzzi (@EdoNarduzzi), editorialista del gruppo Class Editori e imprenditore, si ricorda un aneddoto sul neo direttore: “La nomina di Ragosa ad Agenzia Digitale fa contenti mln di pensionati che con Ragosa alle Poste manco prendevano pensione causa bacoIT”. Probabilmente si riferisce a un evento del 2011, quando a Ragosa è stato attribuito un errore del server centrale di Poste italiane che ha creato disagi lungo l´intera Penisola.
 
Raffaele Barberio (@rafbarberio), direttore di Key4biz, si congratula, seppur relativizzando: “Sono lieto della nomina di Agostino Ragosa a capo dell´Agenzia Digitale. Sono ancor più lieto del fatto che la sua nomina ha fugato il rischio di affermazione di altri nomi. Saremmo caduti nel baratro. Va benissimo cosi”.
 
Nel ritratto che Wired offre del nuovo direttore, la sua professionalità ha la precedenza su tutto: “Coerentemente con le sue caratteristiche e la sua missione, il Governo ha indicato quindi un consumato attore del mercato delle telecomunicazioni con una lunga esperienza alle spalle”, scrive Martina Pennisi.
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