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La guerra di carta tra Bloomberg e Murdoch

La battaglia editoriale sembra cominciare a tutti gli effetti. Se finora i gruppi più robusti al mondo si erano proposti in modo vago per l´acquisto di Financial Times Group, che possiede il giornale e una quota dell´Economist, adesso i propositi prendono vita sotto forma di numeri da capogiro.

Con il passaggio di testimone alla guida del gruppo Pearson, proprietario del Ft, dall’ad Majore Scardino a John Fallon, la strategia del gruppo viene infatti rimessa a nuovo, con un focus deciso sul settore educazione. E dopo essere stato accerchiato con il merger tra Penguin Books e Random House, adesso la sfida dell’editore Robert Murdoch, proprietario della News Corp. e del Wall Street Journal, riguarda direttamente il giornale della City. Ma non c’è solo Murdoch tra i pretendenti.

La notizia del New York Times

Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, divenuto miliardario grazie all’agenzia stampa finanziaria che ha fondato e che porta il suo nome, avrebbe fatto un’offerta per l’acquisto del Financial Times. L’ha scritto il New York Times sul suo sito Internet:

”Michael Bloomberg sta valutando l’opportunità di acquisire il Financial Times Group, che comprende il giornale e una quota dell’Economist”, secondo il Nyt, che cita tre persone vicine a Bloomberg. Secondo gli analisti, rileva il Nyt, il Financial Times Group vale circa 1,2 miliardi di dollari: un obiettivo raggiungibile per Bloomberg Lp che nel 2011 ha registrato un fatturato pari a 7,6 miliardi di dollari.

Le indiscrezioni

Bloomberg, che “ogni giorno ha sotto braccio il quotidiano della City”, di cui ha visitato il quartier generale a ottobre, avrebbe “parlato apertamente con amici e collaboratori dei benefici e delle difficoltà potenziali di un’acquisizione così impegnativa in un settore che ammira profondamente come lettore ma di cui non si fida come uomo d’affari”, aggiunge il quotidiano americano. “E’ il solo giornale che comprerei”, avrebbe detto a una di queste fonti.

Le novità in casa Pearson

Il cambio di rotta in casa Pearson arriva con le dimissioni dell’ad del gruppo proprietario del quotidiano britannico Financial Times, Majore Scardino. Dopo aver guidato la società per 16 anni, dal primo gennaio 2013 lascerà il comando a John Fallon, attualmente a capo della divisione educazione di Pearson al di fuori del Nord America.

I giudizi degli analisti

Da anni, investitori e analisti suggerivano la vendita del Ft e della Penguin, unità a crescita relativamente bassa che non contribuiscono direttamente alla più remunerativa divisione educazione, in modo da utilizzare i capitali per concepire nuovi prodotti di insegnamento digitale e aumentare le acquisizioni sui mercati emergenti.

La maxi fusione

Il momento della scelta è già arrivato per Penguin Books, protagonista il mese scorso della maxi fusione con Random House, la casa editrice rivale di proprietà del gruppo Bertelsmann, dando vita al primo gruppo del settore del mondo in lingua inglese, un colosso da 2,5 miliardi di dollari.

Gli altri pretendenti di Ft

E dopo Penguin, adesso sembra essere arrivato anche il turno del Ft. Nell´East End londinese si è già formata una lunga coda di pretendenti, che oltre a Bloomberg, comprende anche Thomson Reuters, la più tecnologica cugina-rivale come voce della City e naturalmente NewsCorp di Murdoch, nei guai per The Daily, il quotidiano fatto a uso e consumo per l’Ipad, che non sarà più pubblicato dal 15 dicembre perché non sostenibile economicamente.

Su una fila distinta si muovono gli intermediari di investitori istituzionali non sempre identificati: un paio di fondi sovrani del Golfo; qualche oligarca russo sosia di Roman Abramovich; si dice perfino un fondo cinese (cioè, in ogni caso, il regime di Pechino) disposto anche solo a una presenza di supporto pur di insediarsi in uno dei palazzi più esclusivi del potere mediatico planetario.

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