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Il Loden che spaventa Berlusconi e Bersani

Allora è già passata la grande paura? Il babau non fa più scappare gli investitori in lacrime? L’omino nero da mostro è stato declassato al rango di condòmimo solo un po’ rompiscatole?

Si direbbe di sì. Dopo la ri-ri-ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi, i mercati lunedì hanno preso una brutta botta, come paventato (non mi permetto di dire auspicato) da molti, anche autorevoli, esponenti della politica e delle istituzioni.

Il Ftse Mib ha lasciato sul terreno due punti e mezzo: una perdita secca, anche se abbiamo visto ben di peggio in tempi molto vicini; lo spread ha accusato il colpo, impennandosi. Poi ieri, la quiete dopo la tempesta: il listino ha recuperato gran parte della perdita del giorno prima e lo spread si è accontentato di quanto aveva fatto, tornando un po’ indietro.

L’abbiano scampata? Non è detto, non vendiamoci la pelle dell’orso. Però smettiamo di gridare al lupo, al lupo.

Forse i mercati (che non hanno nell’Italia il loro punto di interesse principale, ma la guardano solo di tanto in tanto) hanno visto che la caduta del governo di Mario Monti è sicuramente un male per i modi in cui è avvenuta ed è stata provocata, ma nella sostanza non è paragonabile a quanto succederà il 21 dicembre prossimo, se vogliamo dar retta ai Maya.

Come si è detto e ridetto infinite volte, era stato concordato in fondo da tutte le forze politiche che si sarebbe tornati a votare a metà marzo, perché l’attuale strana maggioranza dà segni di sfilacciamento.

Tanto per dirne una, il governo non è riuscito neppure a far passare la nuova disciplina sulle concessioni delle spiagge. Figuriamoci con il resto. Quindi i marosi che dobbiamo affrontare adesso, li avremmo incontrati comunque anche se avessimo deciso di far rotta verso le urne un mese più in là. Non sarebbe cambiato nulla.

L’unico dato veramente nuovo, ed è positivo, è fornito da Mario Monti. Il presidente del Consiglio – e anche questo ripetuto infinite volle, ma vale la pena ripeterlo – adesso ha le mani più libere e può mettersi anche lui in gioco.

Lo farà? Non lo farà? E in caso affermativo, che seguito potrà avere? E ancora: farà qualcosa di simile a una sua lista, o metterà il suo marchio di straordinario prestigio a disposizione di personaggi non degni di un credito da tripla A?

Bisognerà aspettare ancora qualche giorno per saperlo. Ma una cosa l’abbiamo capita già ora. L’ombra del Professore fa paura non certo ai mercati, ma alla coppia Ber-Ber (Berlusconi e Bersani) che ora marciano mano nella mano nella crociata contro il tecnico diffidandolo dalla tentazione di farsi politico.

L’Italia? “Ghe pensi mi”, diceva una volta il Cavaliere. Ora lo dice anche il segretario Pd. Che bello se gli italiani non votassero per nessuno dei due.

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