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L’Osservatore Romano è per la continuità di Monti

“L’Italia ha sperimentato un rigore che, dettato dall’urgenza della crisi, è subito diventato il segno di una moralità che si ritiene debba essere recuperata in tutti i settori della vita pubblica e nella stessa proposta elettorale. Moralità che è il presupposto e la garanzia dei pesanti sacrifici richiesti ai cittadini. È su questo tema che si gioca molto del futuro politico del Paese, in vista del quale, come ha detto questa mattina anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, serve mettere assieme ‘intelligenze, onestà e responsabilità”. Ed è ” in questo contesto che si attende la decisione di Mario Monti circa la sua candidatura, il suo appoggio a una o più formazioni politiche che intendano continuare sulla strada intrapresa dal Governo tecnico, o il suo rimanere del tutto estraneo alla competizione politica”.

Lo ha sottolineato oggi il quotidiano ufficiale della Santa Sede, l’Osservatore romano, dando ampio spazio alle dimissioni del Governo Monti, alle Consultazioni odierne del Capo dello Stato e alla successive elezioni politiche italiane. “All’indomani delle dimissioni del Governo l’argomento cardine di tutti i ragionamenti è – sottolinea l’organo di informazione del Vaticano- la possibilità che Monti scelga o meno di candidarsi alle prossime elezioni politiche. Il forte impatto che una tale decisione avrà sullo scenario e sui temi della prossima campagna elettorale è già di per sé significativo dell’eredità che l’esperienza del Governo tecnico lascia al Paese”.

“Lo scenario – ha argomentato ‘L’Osservatore’- è complicato dagli effetti della legge elettorale, che potrebbe consegnare al Paese, a seconda delle diverse scelte, anche un Parlamento incapace di esprimere una maggioranza politica. Secondo le analisi più condivise, questo accadrebbe in particolare se la competizione si svolgesse secondo il consueto contrapporsi di due schieramenti, di centrosinistra e di centrodestra. L’esito potrebbe essere la necessità del ripetersi delle elezioni o, più difficilmente, di una esperienza di grande coalizione come quella che ha già sostenuto il Governo tecnico”.

“Altra possibilità – è scritto ancora sul quotidiano vaticano- è il radunarsi di forze politiche attorno a un programma che abbia la forte impronta di Mario Monti senza poter contare sulla sua candidatura. In questo caso l’esito considerato più probabile è quello di una alleanza di chi sia disposto a confrontarsi con l’ “agenda Monti”, lasciando al capo del Governo dimissionario la possibilità di essere una riserva preziosa per il Paese.

Infine, la candidatura diretta di Monti, non apprezzata, sia pure con accenti diversi, tanto dal Pdl quanto dal Pd. Si ritiene, sondaggi alla mano, che essa consentirebbe l’affermazione di un’entità politica con la quale i partiti già esistenti sarebbero obbligati a dialogare ma con l’incognita della scelta di chi debba poi guidare il Governo alla luce dei risultati elettorali”. “Scenari dunque complessi che spiegano la prudenza con la quale il senatore a vita Mario Monti, seguendo uno stile consolidato di sobrietà e responsabilità – ha assicurato il giornale della Santa Sede- sta valutando le sue decisioni”.

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