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Il Santo Sepolcro e la bolletta milionaria dell’acqua mai pagata

La Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme è uno dei posti più sacri della cristianità, costruita nel luogo dove la tradizione vuole sia stato crocifisso, sepolto ed è risuscitato Cristo. Qui il tempo sembra sia sospeso. E la Basilica viva chiusa in un mondo dove tutto è permeato di cristianità. Tradizionalmente, la chiesa era esente anche dal pagamento delle tasse locali e dei servizi pubblici, inclusa l’acqua. Almeno fino a quando l’azienda del servizio idrico non ha chiesto il pagamento di 15 anni di fornitura arretrata: una tegola da 2,3 milioni di dollari.

“La chiesa del Santo Sepolcro ha il privilegio di non pagare fin dall’impero ottomano”, rivendica il patriarca ortodosso di Gerusalemme.

In realtà gli avvertimenti negli anni non sono mancati. Lo status quo, lamenta il ministero degli Esteri israeliano, risale a quando l’acqua era gratuita per tutti, ma oggi come oggi non c’è altra chiesa, moschea o sinagoga che non paghi per i beni o i servizi pubblici. Il problema più grosso si è posto quando il conto corrente del patriarca greco è stato congelato, bloccando il pagamento degli stipendi a insegnanti, staff e dipendenti.

“Noi stessi ci siamo trovati in grosse difficoltà ma abbiamo anche visto che questo privilegio non veniva riconosciuto e in questo modo la santità, il significato e la storia della Basilica che ogni giorno riceve migliaia di pellegrini veniva insultato. Questo ci è molto dispiaciuto”.

I tre patriarchi che gestiscono la basilica hanno minacciato di chiuderne le porte, facendo tremare turisti e soprattutto i negozianti, come Nicolas Shbeita proprietario del primo negozio in cima alla scala che conduce al Santo Sepolcro: i pellegrini sono la sua salvezza e spesso i suoi unici clienti.

Fortunamente la Basilica ha raggiunto un accordo con la società che gestisce il servizio idrico: inizierà a pagare le bollette fin da ora, lasciando perdere gli arretrati. Con buona pace di fedeli, turisti e negozianti che hanno potuto continuare a godere di questo simbolo della cristianità.

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