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Perché Mr. Google va in missione nella restrittiva Corea del Nord

Il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, si recherà forse già nel corso di questo mese, insieme con una missione umanitaria guidata dall’ex governatore del New Mexico, Bill Richardson, nel Paese più blindato al mondo per le comunicazioni via Internet: la Corea del Nord.

Schmidt, da sempre convinto che Internet e la tecnologia mobile abbiano il potere di far uscire le persone dalla povertà e dall’oppressione politica, sarà il primo dirigente della società a recarsi in questo Paese. A rendere nota la notizia del viaggio è stata l’agenzia Ap.

La “rivoluzione” coreana

Come sostiene Ap, il Paese si trova nel bel mezzo di quella che il leader Kim Jong-Un ha chiamato una “moderna rivoluzione industriale” nel suo discorso alla Nazione di lunedi. “Egli sta puntando sulla scienza e la tecnologia come un percorso per garantire lo sviluppo economico per il Paese impoverito, avendo come obiettivo l’introduzione di computer in ogni scuola e macchinari digitalizzati in ogni fabbrica”, scrive l’agenzia.

Ma tutto ciò sembra non bastare ai cittadini. In Corea del nord le norme che regolano l’utilizzo di Internet sono infatti tra le più restrittive al mondo e dare ai cittadini il libero accesso a Internet non sembra faccia parte della strategia del leader coreano: “Mentre alcuni nordcoreani possono accedere a un servizio nazionale di Intranet, pochissimi hanno la libertà di navigare nel World Wide Web”, sottolinea Ap.

Per Victor Cha, esperto di Asia, è “altamente improbabile che Google si spinga a lanciare un’iniziativa imprenditoriale proprio qui”. La Corea del Nord ha un debole per alcuni equipaggiamenti della vita moderna e sembra più probabile che sia in realtà interessata ad alcuni prodotti, come la posta elettronica, le mappe e altro, ipotizza Lim Eul-chul, professore della Nord Kyungnam University in Corea del Sud: la Corea “ha investito molto nella scienza e nella tecnologia, non solo per scopi militari, ma anche per scopi industriali e civili”, perciò Pyongyang potrebbe chiedere a Google di lasciare che “i suoi esperti imparino dalla società americana per riuscire a migliorare la produzione interna di software e contenuti”.

Un viaggio delicato
Il viaggio di Schmidt giunge in un momento delicato politicamente. Nel mese di dicembre, con tono di sfida la Corea del nord ha lanciato nello spazio un satellite, un lancio che Pyongyang ha ritenuto essere un passo in avanti nelle sue esplorazioni pacifiche dello spazio. Il lancio del missile Unha-3 nordcoreano oltre a esser recepito dalla comunità internazionale come un atto altamente provocatorio è stato chiaramente recepito come un test missilistico. Secondo gli Stati Uniti e i suoi alleati l’operazione ha infatti rappresentato una violazione delle risoluzioni dell’Onu che vietano a Pyongyang i test nucleari e il lancio di missili balistici.

La visita segue anche l’annuncio della Corea del Nord che un cittadino americano di origine coreana è stato incarcerato a Pyongyang con l’accusa di aver commesso “atti ostili” contro lo Stato. L’uomo potrebbe ricevere una pena di 10 anni di lavori forzati secondo il codice penale della Corea del Nord. Kenneth Bae è il quinta americano detenuto in Corea del Nord nel corso degli ultimi quattro anni.

Il rapporto con gli Usa
Secondo alcune fonti di Ap Richardson, spesso inviato nei Paesi che non hanno relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, cercherà di incontrare i funzionari della Corea del Nord.
I due Paesi hanno combattuto su lati opposti tre anni di guerra nella penisola coreana prima di firmare una tregua nel 1953. Tuttavia, anche prima della morte del defunto leader Kim Jong Il, un anno fa, la Corea del Nord aveva manifestato interesse a riparare le relazioni con Washington. L’anno scorso, inoltre, un gruppo di nordcoreani aveva anche visitato la sede di Google a Mountain View, in California.

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