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Gli effetti economici del clima estremo

I fenomeni estremi provocati dai cambiamenti climatici sono un rischio per l’economia globale. Nouriel Roubini, economista e professore alla New York University, dà atto del collegamento intervenendo a un dibattito con il presidente dell’Eurasia Group, Ian Bremmer, alla Reuters Tv.

Negli ultimi anni, spiega Roubini, abbiamo assistito a un intensificarsi di fenomeni estremi. Da una parte uragani e alluvioni, dall’altra siccità e incendi. Le siccità che hanno colpito Argentina, Russia e altri Paesi produttori ed esportatori di grano e cereali hanno fatto lievitare il prezzo dei generi alimentari, cui ha contribuito anche l’utilizzo di parte dei raccolti per la produzione di combustibili. Le alluvioni soprattutto in Asia hanno invece colpito il settore manifatturiero.

Neanche la finanza sembra immune. La prova è stata la supertempesta Sandy e la devastazione che ha portato a New York. L’argomento è al centro di un’analisi del think tank britannico Chatham House. “Quando un disastro colpisce una grande città l’attenzione si concentra sulle tragedie umane”, si legge nella presentazione, “ma le storture sistematiche passano sotto traccia”. I problemi stanno diventando sempre più frequenti. Soprattutto nei grandi centri finanziari come Shanghai, Mumbai, Bangkok, Londra, e la stessa New York: tutte città a rischio per la loro struttura e posizione geografica, dove  la maggiore esposizione a fenomeni climatici estremi indebolisce il sistema economico.

Si prenda a esempio l’area di Manhattan. Alcune delle infrastrutture più importanti per far girare un economia da 1000 miliardi di dollari si trovano a 3 metri sul livello del mare, l’uragano Irene nel 2011 portò a un aumento di 1,2 metri con 15 miliardi di dollari in danni.

Altro caso Shanghai, la città sul mare come recita il suo nome, Un tifone diretto che dovesse abbattersi sulla città, scrivono gli estensori dello studio, avrebbe effetti enormi sull’economia mondiale. Nel 2005 le violente piogge a Mumbai, capitale finanziaria indiana, provocarono migliaia di morti e la chiusura di buona parte del settore bancario. Colpa del clima, dei sistemi di drenaggio inadeguati, di un edilizia sconsiderata.

Londra infine. Secondo la London Climate Change Adaptation Strategy, “larga parte delle infrastrutture critiche è a rischio alluvioni” e i londinesi che potrebbero essere colpiti sono 1,4 milioni.

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