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Crisi degli ostaggi in Algeria, l’esercito attacca: è un massacro

Drammatici gli sviluppi della crisi degli ostaggi in Algeria rapiti dalle milizie islamiste legate ad al Qaeda. L’improvviso attacco dell’esercito algerino si è trasformata in un massacro. Il governo di Algeri, fedele alla decisione di non trattare mai con i terroristi, ha deciso di attaccare con un raid aereo un convoglio di sequestratori che stava trasferendo i rapiti. Il bilancio è tragico con decine di morti, tra rapiti e sequestratori, caduti sotto il fuoco incrociato.

Secondo quanto aveva riferito la televisione privata algerina Ennahar, 15 ostaggi stranieri e 30 algerini in precedenza erano riusciti a fuggire dall’impianto della Bp nel sud-est dell’Algeria dove erano stati sequestrati ieri all’alba da miliziani islamisti.

Oltre a una quarantina di occidentali, anche 150 algerini erano stati sequestrati nel sito di In Amenas, vicino alla frontiera con la Libia, 1.150 chilometri a sud-est di Algeri.

Secondo quando riferito dai rapitori, gli ostaggi sarebbero stati liberati solo se la Francia avesse sospeso le operazioni militari in Mali. Ma i terroristi avevano chiesto anche la liberazione di diversi prigionieri detenuti in Algeria e in altri Paesi pretendendo come condizione per un dialogo l’allontanamento dei reparti dell’esercito algerino che avevano circondato il sito.

L’emittente televisiva France 24, nella tarda serata di ieri, ha realizzato un’intervista con un ostaggio francese che ha descritto le prime drammatiche fasi dell’attacco. “Hanno attaccato due siti petroliferi nello stesso momento, sono entrati all’interno e alle prime luci del giorno hanno raggruppato tutti”.

Dal canto, il ministro dell’Interno algerino, Dahou Ould Kablia, aveva subito escluso l’ipotesi di un negoziato precisando che i rapitori erano algerini che operavano su ordine di Mokhtar Belmokhtar, detto “l’Orbo” in quanto cieco da un occhio, un ex comandante di al Qaida nel Maghreb islamico.

Secondo il ministro della Difesa di Parigi, Jean-Yves Le Drian, sono 1.400 i militari francesi impegnati nei combattimenti in Mali. Scontri tra milizie islamiche e l’esercito maliano appoggiato dalle forze francesi, sono scoppiati nella notte nei pressi della città di Konna, nel centro del Paese.

Combattimenti corpo a corpo sarebbero inoltre avvenuti ieri nella località di Djabali tra forze speciali francesi e milizie ribelli. Secondo fonti maliane nelle prossime ore sono previste nuove incursioni aeree per allontanare le milizie al comando da uno dei dirigenti di Al Qaida nel Maghreb, l’algerino Abu Zeid.

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