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Berlusconi tenta di sminuire il peso del “berlusconiano” Grillo

Cos’hanno in comune Beppe Grillo e Silvio Berlusconi? All’apparenza niente. In realtà molto. A partire dagli elettori. Come ha dimostrato un sondaggio pubblicato recentemente dalla Stampa, c’è una larga fetta di indecisi, arrabbiati, delusi soprattutto al nord che hanno votato in passato Pdl e Lega e potrebbero votare ora per il Movimento Cinque Stelle.

La sfida è tutta qui e i due contendenti lo sanno bene. Ecco perché Berlusconi punta a sminuire il leader del Movimento Cinque Stelle, come ha fatto oggi in un’intervista a Radio due: “I sondaggi che conosco io danno il movimento di Grillo poco sopra il 10%”, “è una presenza ininfluente perché ha criticato tutto ciò che esiste nella politica, anche giustamente, ma non ha poi fatto il passo avanti verso alcuna proposta”.

Mentre dall’altra parte si lavora per conquistare quei consensi che al M5S farebbero comodo per contare maggiormente in Parlamento e arginare la fuga di voti a sinistra, rubati dalla Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. Come abbiamo sottolineato, la recente offensiva grillina contro i sindacati si inserisce in un filone comunicativo che ricorda gli anni ruspanti della prima Casa delle Libertà. Non più solo ambiente e slogan anti-industriali ma tuoni contro Camusso & Co. che manco Umberto Bossi in canotta dei tempi migliori, le misure urgenti per le piccole e medie imprese indicate nel blog del comico che strizzano l’occhio agli imprenditori, tradizionalmente collocati a destra ma ora vacillanti, le analisi sorprendentemente liberali, quasi gianniniane, sul ReddiTest. 

Del resto, ha spiegato a Formiche.net Massimiliano Panarari, docente di Comunicazione politica all’Università di Modena e Reggio Emilia e di marketing politico alla School of Government dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, Grillo di Berlusconi può essere considerato il degno erede. E allora perché non ereditare pure i suoi elettori?

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