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Lo sprofondo rosso di Siena

Non si arresta l’emorragia di vendite su Banca Mps, che così quest’oggi in Borsa arretra di un ulteriore 5,2% attestandosi a 0,24 euro.

Da quando Il Fatto Quotidiano due giorni fa ha fatto luce sul contratto su strumenti finanziari siglato tra Mps e Nomura nel 2009, le azioni di Mps hanno accusato una flessione del 18,3%, tra scambi consistenti. I titoli hanno dunque azzerato i benefici derivanti dall’allentamento delle condizioni della normativa di Basilea III, che avevano innescato dallo scorso 7 gennaio un minirally.

L’istituto senese è travolto dallo scandalo derivati firmati nel 2009 con banca Nomura e finalizzati ad “abbellire” il bilancio. Il contratto, così detto Alexandria, è andato a sommarsi a quello denominato Santorini, siglato nel 2008. A questo punto il bilancio 2012 sarà appesantito da poste di bilancio per tenere conto dei contratti siglati negli anni passati e fino a pochi mesi fa rimasti segreti. Ieri l’ad di Banca Mps, Fabrizio Viola, ha rassicurato che l’istituto è “in condizioni di assorbire, dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze delle scelte finanziarie contabili e gestionali relative alle operazioni in oggetto”. La banca ha inoltre di nuovo precisato che nessuna di queste tre è passata al vaglio del vecchio cda.

Viola ha anche escluso un processo di nazionalizzazione. E mentre la Fondazione sta pensando a un’azione di responsabilità contro i precedenti manager, Bankitalia ha messo le mani avanti, precisando che “la vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Monte Paschi”. Anche Consob sta portando avanti un’ispezione presso Rocca Salimbeni.

E per domani si profila un’assemblea di fuoco, con una numerosa affluenza di piccoli azionisti, personaggi della scena politica e associazioni cittadine. Probabilmente i soci chiederanno azione di responsabilità contro i precedenti vertici e solleciteranno chiarezza sui conti.

Ieri sera, al Tg1, il presidente Alessandro Profumo ha commentato che “nella misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale della banca certamente ci muoveremo”.
Gli analisti delle principali sim sono all’opera per stimare l’impatto dello scandalo. “Per la prima volta la banca ha specificato ufficialmente che la richiesta dei 500 milioni aggiuntivi di Monti bond effettuata a fine novembre è legata a perdite addizionali sul portafoglio – ha commentato una sim – In base ai nostri calcoli, quindi, il beneficio della riduzione degli spread a fine anno si ridurrà da un miliardo a 500 milioni”.

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