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Salvate il soldato Monti dai consiglieri americani

E’ comprensibile che in campagna elettorale si voglia lisciare il pelo agli elettori. Così come, incalzati dai giornalisti, la sintesi a volte può avere un effetto dal punto di vista della comunicazione che può esondare dalle reali intenzioni. Ma il piano fiscale oggi annunciato dal premier Mario Monti sembra rientrare in una strategia dettata da qualche stratega americano che rischia di far apparire il professore bocconiano come un proto berlusconiano che si lancia in annunci simili a promesse poco realizzabili.

Certo la tattica è quella di far colpo e attirare attenzione e magari consensi, quindi potenziali voti. Ma c’è da valutare anche un effetto sgradito, o da eterogenesi dei fini. Se Monti si toglie il loden e preferisce la bacchetta magica si rischia di far perdere all’economista ed ex commissario europeo una credibilità da tutti riconosciuta, finora.

E qualche osservatore, o avversario politico, gli potrà far presto notare che pochi giorni fa aveva detto che se si toccava l’Imu si rischiava di rimetterla più pesante in seguito per sanare i buchi di finanza pubblica per colpa delle minori entrate. Forse occorre far tradurre ai consulenti americani la sigla Imu.

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