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Le pmi non vanno a fondo grazie al Fondo

Aumentano le richieste da parte delle imprese di accedere al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Nel 2012, infatti, le domande sono state pari a 62.069, evidenziando un aumento del 3,5% rispetto al 2011. Sono i dati che emergono dal rapporto del Comitato di gestione del Fondo di garanzia che dipende dal ministero dello Sviluppo economico.

Questo evoluzione, si legge nel rapporto, è riconducibile alla positiva dinamica mensile rilevata da maggio a novembre. A una variazione positiva nel mese di gennaio, pari all’11,1%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono seguite variazioni negative (dallo 0,4% di febbraio al 28,3% di aprile), e di nuovo incrementi mensili protrattisi fino a novembre (del 14,0% in maggio, del 12,5% in agosto e del 23,9% in novembre).

Nel mese di dicembre 2012 si sottolinea come dal 1° al 6 dicembre si sia registrata una dinamica espansiva (+56,9% rispetto allo stesso periodo del 2011) mentre dal 7, giorno di entrata in vigore delle nuove Disposizioni operative del Fondo, al 31 dicembre si sia rilevata un’evoluzione negativa, pari al 43,4%, che ha determinato una flessione riferita all’intera mensilità, pari al 21,1%. Nel 2012 sono state accolte 61.408 operazioni (+11,2% rispetto all’anno precedente), per un volume complessivo di finanziamenti accolti, pari a 8,2 miliardi di euro, e un importo garantito, pari a 4,0 miliardi di euro.

A differenza di quanto rilevato nel corso del 2011 – prosegue il rapporto – a partire dalla seconda metà del 2012 si sottolinea un’espansione delle quote riguardanti le aziende caratterizzate da livelli di finanziamento in media più elevati; ci si riferisce in particolare alle imprese localizzate nel nord (dal 46,4% al 48,5%) e di media e piccola dimensione (rispettivamente dal 7,5% al 8,7% e dal 28,9% al 30,7%).

L’incidenza delle domande escluse si attesta su una quota, pari all’1,4%. Tra le cause più ricorrenti che determinano l’esclusione dalla garanzia del Fondo, a seguito della delibera del Comitato di gestione, si segnalano un cash flow insufficiente al pagamento della rata (21,6% del totale delle domande escluse), un elevato passivo circolante in relazione al fatturato (16,9%) e un basso rapporto del margine operativo lordo (MOL) sul fatturato (13,3%).

Il Comitato di Gestione

Il Comitato è formato da 22 componenti, nominati con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, in rappresentanza degli interessi delle Amministrazioni Centrali (Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Presidenza del Consiglio dei Ministri), locali , di Abi e delle Categorie (Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confartigianato/Unatras, Confesercenti e Confcooperative).

Si riunisce con cadenza settimanale, ogni giovedì, e si occupa di: deliberare le disposizioni di carattere generale e le condizioni di ammissibilità dello strumento e, con riferimento alle singole operazioni, l’ammissione alla garanzia, le quote di accantonamento, il versamento degli acconti, la liquidazione delle perdite, le revoche e qualsiasi altra modifica. Inoltre, approva la situazione contabile del Fondo, la rendicontazione delle disponibilità, gli impegni e le insolvenze alla data del 31/12 precedente e segnala al Ministero dello Sviluppo Economico la necessità di integrazione delle risorse del Fondo.

 

 

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