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I prossimi stimoli della Fed bernankiana

Si concluderà oggi la prima riunione del 2013 della Federal Reserve, iniziata ieri, e che prevede l’annuncio delle decisioni sul costo del denaro attese per le 14.15 (le 20.15 in Italia). Tutto quello che si saprà verrà dal comunicato conclusivo: questa volta non è prevista la conferenza stampa del presidente della Fed Ben Bernanke e non saranno aggiornate le stime sull’economia. Se per quanto riguarda il tasso di interesse è ampiamente atteso un nulla di fatto – la Banca Centrale americana si è impegnata a mantenerlo ai minimi storici ancora a lungo – l’attenzione è concentrata sui programmi di stimolo all’economia.

Per gli esperti la Fed andrà avanti con una politica monetaria accomodante e proseguirà il programma di acquisto di bond da 85 miliardi di dollari, volto a tenere bassi i tassi di interesse di lungo termine, con l’impegno a continuare finché il mercato del lavoro americano non farà significativi progressi e il tasso di disoccupazione non calerà al di sotto del 6,5% (attualmente è al 7,8%).

Secondo le stime degli economisti sentiti da Bloomberg, entro il primo trimestre 2014, quando il programma dovrebbe essere concluso, saranno acquistati bond per complessivi 1.140 miliardi di dollari, considerando che si vada avanti con il piano attuale che prevede l’acquisto di 40 miliardi di dollari di titoli legati a mutui al mese e 45 miliardi di titoli di stato americani.

Andranno avanti anche le divergenze interne alla Fed sull’opportunità di proseguire sulla strada iniziata nel 2012, per altro già emerse durante le ultime riunioni del Fomc, il comitato monetario della Banca Centrale. I verbali della riunione di dicembre hanno messo in evidenza che alcuni membri del Fomc, incoraggiati dai progressi dell’economia americana, avrebbero visto con favore una conclusione dei programmi di stimolo prima della metà del 2013.

In ogni caso, il Fomc ribadirà l’impegno a proseguire con l’acquisto di asset, dopo avere determinato che i programmi non mettono a repentaglio la stabilità finanziaria e non incidono in modo preoccupante sull’andamento dell’inflazione. Inoltre Bernanke ha più volte ribadito di volere proseguire fino a quando non ci saranno “significativi miglioramenti” sul fronte dell’occupazione.

Per gli analisti, tuttavia, non necessariamente il programma di stimoli porterà rapidi miglioramenti del mercato del lavoro: le manovre di quantitative easing dovrebbero servire a creare circa 250.000 posti di lavoro, pochi considerando che nel 2012 sono complessivamente stati aggiunti 1,8 milioni di nuovi salariati.
Per la Fed gli Stati Uniti dovrebbero registrare quest’anno una crescita tra il 2,3 e il 3%, più del 2% atteso dalla media degli analisti.

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