Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Le Pagine Gialle (e nere) di Seat

Dopo la richiesta di concordato preventivo, non riuscendo più a far fronte al pagamento del debito, la class action in tribunale è l’ultima possibilità per i piccoli risparmiatori rimasti scottati dal tracollo delle azioni di Seat Pagine Gialle che vogliano rivalersi sulla società. Il più grande flop di Piazza Affari? In realtà per quegli investitori che avevano comprato a piene mani il titolo Seat Pagine Gialle al picco della sbornia da new economy, ormai 12 anni fa, il dramma era compiuto da anni. Ripercorriamo le principali tappe.

La quotazione in Borsa

La storia di Seat, spiega MF/Milano Finanza, inizia nel gennaio del 1997 con la sua quotazione in Borsa. A novembre dello stesso anno il 61,2% del gruppo viene acquistato per 853 milioni (lordi) da una cordata di imprenditori privati (Ottobi), tra i quali Telecom Italia, Comit, De Agostini e Investitori Associati. Lorenzo Pelliccioli guida l’azienda.

Nel 2000 Telecom rileva Seat da Ottobi per 6,71 miliardi. La valutazione dell’azienda è passata da 1,65 miliardi a 20 miliardi in tre anni. La società è uno dei simboli della new economy e a gennaio gli analisti, ipotizzando le nozze tra Seat e Tin.it, spingono il target price fino a 12 euro per azione.

L’Opa dei fondi di private equity

Ma nel 2003 la società divide le attività: da una parte Telecom Italia Media (alla quale restano tv e internet) e dall’altra Seat Pagine Gialle, che mantiene le attività nelle directories. I fondi Bc Partners, Cvc, Permira e Investitori Associati (riuniti nel veicolo Silver) lanciano un’opa su quest’ultima e ne rilevano il 62% versando solo il 25% (960 milioni), il restante 75% è finanziato col debito. Enrico Giliberti e Luca Majocchi sono nominati presidente e ad.

La distribuzione del dividendo nel 2004

L’anno dopo dalla società è stato prelevato un dividendo complessivo di 3,57 miliardi con il quale i fondi azionisti hanno ridotto di fatto a soli 800 milioni l’esborso per l’acquisizione. I soci forti abbassarono così il loro costo d’acquisto, caricando nel frattempo la società di debiti, che nel 2004 erano 3,9 miliardi di euro e tutti insieme, valevano oltre 6 volte il margine operativo lordo. Quella massa di soldi a prestito è diventata un boomerang appena i tassi nel 2006 cominciarono a salire.

L’aumento di capitale nel 2008

Nel 2008 i soci varano un aumento di capitale da 200 milioni di euro e approvano un nuovo piano, ma nel 2010 il gruppo, con il nuovo ad Alberto Cappellini dal 2009, lancia un bond a sette anni da 650 milioni, vara un piano da 300 esuberi e prevede al chiusura di alcune controllate estere, passando da 0,18 euro di febbraio a 0,08 a fine anno.

Il primo crollo di Seat

Nell’agosto del 2011 per la prima volta il gruppo vede rischi per la continuità aziendale. A novembre la società non paga 52 milioni di interessi sul bond Lighthouse. Seat chiude l’anno con ricavi sotto il miliardo (956 milioni), una perdita di 790 milioni e un indebitamento netto stabile a 2,7 miliardi. Il titolo precipita fino a 0,02 euro.

Nel 2012 passa il piano di ristrutturazione ma esce l’ad Cappellini. A fine ottobre con la conversione del bond Lighthouse in azioni i fondi di private equity Cvc, Permira e Investitori Associati perdono il controllo del gruppo scendendo dal 49,5% al 5,9%. Guido De Vivo è il nuovo presidente operativo di Seat, e a fine anno il titolo vale 0,04 euro.

L’annuncio del concordato preventivo

Il calvario della società arriva fino a ieri, con l’annuncio del concordato preventivo, non riuscendo più a far fronte al pagamento del debito. Il gruppo ha iniziato a scricchiolare quando ha fatto i conti con la concorrenza dei colossi come Google. Ma l’eredità del debito monstre attraverso l’operazione di leverage buy-out del 2003 è finita, come sottolinea il Sole 24 Ore, al centro della causa promossa dagli avvocati Ugo e Nicola Scuro dell’associazione Nuovo Mille per conto di sette piccoli risparmiatori che dall’avventura in Seat hanno perso circa un milione di euro.

×

Iscriviti alla newsletter