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La restituzione dell’Imu è vantaggiosa solo per i ricchi

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Stefano Sansonetti apparso sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Un regalo ai contribuenti più ricchi che vale 3 miliardi e 572 milioni di euro. E allo stesso tempo un contentino per le fasce più deboli che si ferma a 406 milioni. Il Nens, pensatoio fondato dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, e dall’ex ministro delle finanze, Vincenzo Visco, ha preso la proposta choc avanzata da Silvio Berlusconi e l’ha analizzata dal punto di vista redistributivo.

Ne viene fuori che restituire l’Imu 2012 sulla prima casa e abolire lo stesso prelievo dal 2013, come ha promesso il Cavaliere in caso di vittoria, si tradurrebbe in una sensibile sperequazione.

Il Nens ha condensato l’analisi in uno studio di Antonio Misiani, tesoriere del Pd, il quale parte dalla considerazione che il gettito prodotto dall’Imu sull’abitazione principale è stato di 4 miliardi di euro: “Un ammontare superiore ai 3,3 miliardi di euro stimati dall’Agenzia del territorio ad aliquota base a causa della decisione di molti comuni di ritoccare all’insù l’aliquota stessa”. Ora, sfruttando una divisione dei contribuenti in “decili” di rendita catastale, in pratica il Nens dimostra che il 20% dei contribuenti più ricchi ha pagato un’Imu di 1 miliardo e 786 milioni di euro, ovvero il 44,65% dei 4 miliardi di complessivo gettito prodotto dall’imposta sulla abitazione principale. Da qui si arriva anche al “regalo” che i più abbienti riceverebbero nel caso si concretizzasse la proposta di Berlusconi.

Se infatti nel 2012 il 20% dei più ricchi ha pagato 1 miliardo e 786 milioni di euro, è esattamente questa la cifra che lo stesso 20% si troverebbe a incassare come restituzione dell’Imu sulla prima abitazione. Ed è sempre questa la cifra che corrisponderebbe all’alleggerimento conseguente all’abolizione dell’Imu sulla prima casa a partire dal 2013. Insomma, fra restituzione da parte dello stato e futura abolizione nel 2013 il saldo a favore dei contribuenti più “facoltosi” si attesterebbe sui 3 miliardi e 572 milioni di euro.

Attraverso lo stesso tipo di ragionamento, il Nens arriva a cifrare il gap redistributivo che si genererebbe a carico del 20% dei contribuenti più poveri. Sempre utilizzando la divisione in decili, infatti, il pensatoio fondato da Visco e Bersani rileva che il 20% in questione ha pagato un’Imu sulla prima casa di 203 milioni di euro, ovvero il 5,08% dei 4 miliardi complessivi. Anche qui, i 203 milioni di Imu 2012 corrisponderebbero alla cifra restituita dallo Stato nel caso venisse onorata la promessa del Cavaliere. E corrisponderebbero allo sgravio 2013 nel caso in cui intervenisse l’abolizione a partire da quest’anno. E quindi, fatta la somma tra restituzione e futuro sgravio, viene fuori che per il 20% dei contribuenti più “deboli” il beneficio si fermerebbe ai 406 milioni di euro. “Una cifra 8,8 volte inferiore allo sgravio garantito ai più ricchi”, rileva lo studio del Nens, facendo riferimento ai 3,572 miliardi che spetterebbero alla fascia di contribuenti più ricchi.

Da tutto questo il Nens trae la sue conclusioni. “Una revisione dell’Imu è certamente necessaria”, si legge nella parte finale del contributo. Subito dopo si precisa che “occorre in particolare alleggerire il carico sulle abitazioni principali di valore medio e medio-basso rendendo l’imposta più equa”. In tal senso viene ricordato che “il Pd propone di innalzare la detrazione a 500 euro”. Altra cosa, invece, “è l’abolizione totale dell’Imu sulle prima case. Le ingenti risorse necessarie per esentare le abitazione principali di valore più elevato”, conclude lo studio, “potrebbero essere meglio finalizzate utilizzandole per ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro e da impresa”.

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