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Cosa succede tra Monti e i montiani in Lombardia

Altro che Roma. Lombardia caput mundi. La partita per conquistare il Pirellone sta diventando un caso nazionale. Perché sicuramente il voto per eleggere il successore di Roberto Formigoni influenzerà quello delle politiche, in una regione determinante per il Senato e ritenuta in bilico dagli ultimi sondaggi. E soprattutto perché in terra lombarda si sta consumando la prima vera lacerazione tra i montiani.

L’endorsement per Ambrosoli di Ilaria Borletti Buitoni
Il fatto è che gli ultimi dati danno un testa a testa all’ultimo voto tra il candidato del centro-destra Roberto Maroni e il candidato di centro-sinistra Umberto Ambrosoli mentre risulterebbe molto più indietro il candidato di Scelta civica, Gabriele Albertini. Il rischio è quindi che le preferenze verso l’ex sindaco di Milano possano toglierle voti all’avvocato penalista e favorire il leader della Lega. Con questa logica, la capolista montiana alla Camera per Lombardia 1 Ilaria Borletti Buitoni ha fatto sapere nei giorni scorsi, in un’intervista su Repubblica, che procederà con un voto disgiunto in Regione preferendo Ambrosoli ad Albertini. Una dichiarazione che aveva suscitato le critiche del manager Sergio Scalpelli che a Formiche.net aveva spiegato perché preferire Albertini.

L’appello pro Ambrosoli dei centristi
L’endorsement di Borletti Buitoni non è stato l’unico tra i montiani. Sabato a Milano altri candidati centristi hanno lanciato un appello al voto disgiunto in Lombardia. Tra questi, ci sono Lorenzo Dellai, capolista della lista Monti alla Camera in Trentino, e i candidati alle elezioni politiche Alessandro Sancino, Milena Santerini ed Emanuela Baio. Tra i nomi favorevoli a Ambrosoli, compariva anche quello di Gregorio Gitti, presidente di Fondazione Etica e candidato di Scelta civica di Mario Monti, presente alla riunione dei centristi che però ha smentito a Formiche.net, ribadendo il suo sostegno ad Albertini.

Questi  si vanno ad aggiungere a quelli scissionisti dell’Udc del Centro popolare lombardo che si presenta coalizzato con Ambrosoli. Il capolista Enrico Marcora, in un’intervista a Formiche.net, ha spiegato che la borghesia milanese si sta mobilitando per Ambrosoli.

Il botta e risposta Ichino-Albertini
Per la desistenza montiana pro Ambrosoli ha manifestato la sua adesione anche Pietro Ichino, uno dei tre assi lombardi presentati da Monti per il Senato insieme proprio ad Albertini e Mario Mauro. In un’intervista a Repubblica, il giuslavorista ex senatore del Pd ha spiegato: “Non vedo un’incompatibilità con Ambrosoli, rispetto al voto nazionale, e non dimentichiamo che anche la lista Albertini è una lista civica come la nostra”.

Una decisione che ha irritato e non poco Albertini: “Il senatore Ichino è il numero due della lista al Senato in cui io sono il numero uno: tutto può essere, ma mi sembrerebbe un atteggiamento schizofrenico”, ha spiegato il candidato montiano al Pirellone che bolla gli altri endorsement come “casi isolati che mi risultano essere neanche sulle dita di una mano. Sapevo che c’erano esponenti della Milano bene, qualche radical chic, che aveva questi pensieri. Dico solo ‘ove Petrus ibi ecclesia’ e il nostro Petrus è Mario Monti”.

La morbida presa di posizione di Monti
E la presa di posizione di Petrus è arrivata ieri da Milano. In un incontro con donne e giovani, Monti ha chiarito pubblicamente: “Ognuno ha la sua mente e la sua volontà, se lo chiedono a me la risposta è netta: Albertini”. E per il sindaco di Milano si è espresso via twitter anche Andrea Olivero, già presidente delle Acli e ora uomo di punta dei montiani non solo a Milano. Nonostante la linea seppur morbida dettata dal Professore, Ilaria Borletti Buitoni non cambia idea e al Corriere della Sera ribadisce: “Tengo sicuramente conto dell’indicazione del presidente Monti, ma ribadisco che la mia è una posizione personale ed è limitata ad Ambrosoli che tra l’altro è sostenuto da una lista civica. Quella è la mia opinione e non ritengo di cambiarla”.

Le reazioni
Insomma, sul voto in Lombardia liberi tutti. E su questa libertà rischia di incrinarsi il fronte compatto dei montiani. Come fanno notare su Twitter due illustri osservatori. Il candidato premier di fare per Fermare il declino, Oscar Giannino, cinguetta: “Con il girella Albertini facile prevedere dove andava Monti in Lombardia: al vuoto disgiunto. Detto fatto! #Fare2013” mentre il politologo Giovanni Guzzetta profetizza: “Mi sa che se continuano a Farsi del male cosi, la Lombardia e la storia del voto disgiunto saranno la Caporetto di PD e Montiani…”

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