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Perché il furbo Grillo ora va in tv

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi comparso sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi.

Grillo quindi si è contraddetto? No, si è progressivamente specificato. Per capire la sua strategia mediatica (di fronte alla quale impallidiscono tutti gli altri leader politici italiani, anche se sono assistiti da dei guru americani) Grillo ha dimostrato di saper usare, a livello di eccellenza, strumenti di propaganda che si credevano defunti (i comizi in piazza) assieme a strumenti modernissimi come il web. Domenica prossima inoltre, usando la tv, ricorrerà a un mezzo tecnologico intermedio fra la piazza e il web.

Anche con la tv, Grillo, al di là della sua proposta politica, si è mosso da grande stratega mediatico. Ha trascurato la tv sino ad adesso, mentre gli altri leader politici la stavano ingolfando da mesi, ripetendo fino alla noia le stesse litanie. Il pubblico tv è come i fiammiferi controvento: si accende sulla novità e si appisola sulla ripetizione. Lo schema, notissimo, ma mai applicato è: interesse, abitudine, rigetto. Non a caso Grillo arriva alla tv dopo che l’elettorato che non ha potuto vederlo in piazza aveva voglia di sentirlo nel suo salotto. Risponde quindi a una domanda sinora inevasa il cui effetto (visto che l’intervista andrà in onda solo una settimana prima del voto) sarà rilevante. Inoltre Grillo dribbla il duopolio (che sa molto di Prima repubblica) Rai-Mediaset. Esce su Sky che, essendo a pagamento, non raggiunge tutti gli italiani ma, in compenso, va, subito dopo in onda anche in chiaro, su Cielo. E poi, ecco la novità di questa campagna, sarà ripetutamente rivisto in differita su Facebook. Insomma, mediaticamente, Grillo dà la polvere a tutti.

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