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Il groviglio Rcs

Le pagine del Corriere della Sera scottano. Sulle spalle di Rcs pesano infatti i debiti per l’acquisizione “dell’Antonveneta dell’editoria” (definizione di Giorgio Meletti del Fatto Quotidiano), la spagnola Recoletos, datata 2007. Operazione che ha portato alla difficile situazione attuale, alle pesanti perdite del 2011 e del 2012, con un debito di 800 milioni, e alla necessità di abbattere e ricostituire il capitale sociale. E dopo le tensioni tra gli azionisti, scatta l’insofferenza della redazione, che promette inchieste sulla disastrosa operazione e si oppone alla vendita della sede storica di Via Solferino.

Le tensioni con il direttore del Corriere della Sera

“La mediazione alla quale vorrebbe puntare l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e auspicata dal direttore del CorSera, Ferruccio de Bortoli, riguarderebbe in particolare l’annullamento del processo di valorizzazione dell’immobile di Brera, che dovrebbe ospitare oltre ai giornalisti del Corriere anche i colleghi della Gazzetta dello Sport e quelli del settimanale Sette, l’allegato della testata diretta da de Bortoli – sottolinea Andrea Montanari su Mf/Milano Finanza -. Del resto si fa notare da più parti, di spazi liberi o mal utilizzati in Solferino ce ne sono tanti”.

Il probabile dissenso delle banche sul dietrofront di Jovane

Secondo Montanari, “se Jovane dovesse fare dietrofront e rivedere parte del piano, che al momento prevede 800 licenziamenti (su 5.100 dipendenti tra Italia e Spagna), la vendita o in alternativa la chiusura di 10 periodici, e l’alienazione delle proprietà immobiliari, non è automatico che le banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Ubi e Unicredit) diano il loro assenso in vista del riscadenzamento a 2-3 anni di gran parte delle linee di credito (per 1 miliardo) in scadenza quest’anno e alla contestuale ricapitalizzazione da 400 milioni che dovrebbe essere approvata dal cda di Rcs in calendario probabilmente già l’1 marzo.”

Le critiche di Ghizzoni e Bazoli

Le critiche al piano di tagli e dismissioni di Scott Jovane infatti crescono sempre di più, e vengono aggravate dalla presa di posizione di Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, gruppo tra i principali creditori della società editrice del Corriere della Sera oltre che azionista di Mediobanca. L’ad lo ha definito “ambizioso e con rischi molto alti”, ma, come spiega Alberto Brambilla sul Foglio, “a mettere in dubbio la sostenibilità del piano, ancora da conoscere nei dettagli, ci aveva pensato, una settimana fa, Giovanni Bazoli, banchiere alla guida di Intesa Sanpaolo, azionista di peso nel patto di sindacato che controlla Rcs”.

“Bazoli – prosegue Brambilla sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara – ha posto il veto alla vendita della sede storica di Via Solferino a Milano che, stando al piano, dovrebbe essere ceduta; prospettiva comunque difficile visto che il mercato immobiliare è fermo. L’intervento del banchiere bresciano serviva in ogni caso a proteggere il direttore del quotidiano, Ferruccio de Bortoli, che in precedenza aveva minacciato le dimissioni in caso di alienazione del bene”.

Le banche chiedono più capitale

Alcune delle banche finanziatrici di Rcs Mediagroup “potrebbero spingere per un aumento di capitale superiore ai 400 milioni di euro – spiega Carlo Festa sul Sole 24 Ore -. Dopo le dichiarazioni di Ghizzoni, emerge infatti il nodo della ricapitalizzazione tra gli istituti di credito esposti verso il gruppo editoriale. L’impressione, è che alcuni degli istituti potrebbero consigliare un aumento di capitale più sostanzioso e superiore ai 400 milioni per Rcs. Secondo alcune fonti, potrebbe essere il modo per far combaciare meglio l’aumento di capitale con il rifinanziamento richiesto alle banche. Un aumento di capitale più sostanzioso – prosegue – potrebbe non accontentare i soci indecisi, che però non vogliono diluirsi”, conclude Festa.

L’appoggio della Fiat a Jovane

Ma se Ghizzoni e Bazoli esprimono rilievi sulla strategia dell’ad, lo sponsor maggiore di Jovane resterebbe la Fiat, socio del patto di sindacato con il 10% di Rcs. “Il presidente John Elkann, solitamente riservato, elogiò da subito il nuovo ad in un’intervista a Prima comunicazione (“sicuramente l’esperienza è stata un elemento importante, più ancora che l’età”, ha detto). L’attuale dimostrazione di forza da parte di Jovane, per come viene letta in Via Solferino, godrebbe dunque dell’imperituro sostegno di casa Fiat e della famiglia Agnelli”, ricorda il Foglio.

 

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