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Cosa resta di questa campagna elettorale giocata in TV

Michele Santoro

Apriamo subito con un dettaglio rilevante: è stata la prima campagna elettorale senza Emilio Fede, uno dei grandi e discussi protagonisti dell’ultimo ventennio, scomparso dai radar televisivi, dopo aver diretto prima Studio Aperto e poi il Tg4 per 6 campagne elettorali, dal 1992 al 2008.

Ma è stato anche il suffragio dei social network, Facebook e Twitter, di cui i leader politici si sono serviti per rilanciare messaggi in occasione di comizi e trasmissioni televisive, e, nello stesso tempo, di tentare una timida forma di interazione orizzontale con la loro community. Sulla rete, il “numero uno” si conferma Beppe Grillo che, senza andare ospite in TV, è riuscito ad occupare la scena elettorale grazie al suo #Tsunami tour ripreso in diretta televisiva, streaming che ha registrato nell’ultimo comizi di Roma una media di 156mila utenti unici connessi, che si aggiungono ai circa 800 mila persone presenti in Piazza San Giovanni.

Non dimentichiamo anche il ruolo dei sondaggi preelettorali, che hanno indirizzato l’agenda politica di tutti i talk show. Vissuti, ormai, come forma di intrattenimento, più che come strumento di predittivo. Nonostante errori significativi, negli ultimi mesi i sondaggi televisivi hanno creato e smontato coalizioni virtuali.

A urne aperte, siamo andati ad elaborare i dati dei Tg della sera e dei talk show che si sono occupati di politica negli ultimi 50 giorni delle ultime campagne elettorali per le Legislative del 2008 e del 2013.

Il primo dato evidente è il declino dell’audience del Tg1 e Tg5 delle 20.00. Il Tg1 nel 2008, con la direzione di Gianni Riotta, raggiungeva un ascolto di 7.2 milioni di spettatori (30,9% di share), dopo 5 anni con il nuovo direttore Mario Orfeo il Tg1 cade a un ascolto di 6 milioni (22,7% di share), con una flessione di 1,2 milioni e 8,2 punti di share. Il Tg5, negli ultimi 5 anni, diretto da Clemente Mimun, nel 2008 si affermava a 6,2 milioni (26,5% di share), negli ultimi 50 giorni della campagna elettorale 2013 scende di 610mila spettatori (5,3 punti), attestandosi a 5,6 milioni (21,3% di share). Il TgLa7, in controtendenza, da 422 mila spettatori (1,8% di share) del 2008 a guida Antonello Piroso, nell’ultima campagna elettorale, con direttore Enrico Mentana performa a 2 milioni (7,6  punti di share), realizzando un incremento +1,6 milioni e +5,8 punti di share.

Affrontando il capitolo talk show, c’è da dire che i palinsesti di Rai e Mediaset, nell’ultima campagna elettorale, rispetto a quella del 2008, hanno visto il passaggio di Michele Santoro e di Enrico Mentana a La7.

I dati relativi alla durata delle trasmissioni politiche, mandate in onda in prima e seconda serata sulle reti TV principali nell’ultima campagna elettorale, sono saliti a quota 296 ore, rispetto alle 230 ore di talk show dedicate alla politica, più del 50% programmate su La7.

Da questi dati sono esclusi i programmi di approfondimento dei canali all news, come SkyTG24, che ha lanciato il programma politico “Lo Scoglio” condotto da Ilaria d’Amico; Rai TG24; e Tgcom24.

L’ascolto medio dei talk show politici ha raggiunto, nel 2013,  1,5 milioni di spettatori, ovvero circa 300 mila spettatori in più rispetto al 2008, nonostante siano mancati gli attesi duelli e confronti diretti. L’ultimo “faccia a faccia” fu tra Silvio Berlusconi – Walter Veltroni a Matrix su Canale 5, dell’11 aprile 2008, che raggiunse 5,8 milioni di spettatori (24,27% di share), trasmissione elettorale più vista del 2008.

Mentre, il talk show più seguito del 2013 è stato Servizio Pubblico della puntata del 10 gennaio, con ospite Silvio Berlusconi.

Tabella ascolti TG e classifiche dei talk show politici

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