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Tutte le aperture (stroncate) del Pd a Grillo

“Morto che parla, stalker politico, smacchiatore fallito”. A giudicare dalle parole con cui Beppe Grillo descrive sul suo blog Pierluigi Bersani, la porta lasciata timidamente aperta da parte del Pd al Movimento Cinque Stelle, gli è stata sonoramente chiusa in faccia.

La vendetta è un piatto che va servito freddo e l’ex comico genovese riporta sul suo sito tutti i giudizi dati al suo movimento dal segretario Pd negli ultimi mesi per poi dire forte e chiaro, se mai ce ne fosse stato dubbio: “Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle”.

Pronta la replica di Bersani: “Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità”.

I fan di Grillo all’interno del Pd
Sembra chiudersi così l’ipotesi di un governo Pd-M5S che in molti dentro allo stesso Partito Democratico sembravano guardare con favore. Sul Corriere della Sera di oggi il responsabile economico del Pd Stefano Fassina spronava il partito a rivolgersi a chi “vuole affrontare i problemi del Paese, a cominciare dal Movimento Cinque stelle” e auspica un “governo con mandato limitato, per rispondere all’emergenza morale ed economica, un esecutivo su singoli temi a cui il Pd chiede “un voto di fiducia iniziale”. Altre soluzioni “non ce ne sono”, dice. Della stessa linea il giovane turco Matteo Orfini che spiegava ieri: “E’ impensabile fare un governo senza Grillo”. Appare grillino anche il neodeputato Pippo Civati che in un’intervista sulla Stampa rimprovera il suo partito di non aver ascoltato abbastanza le istanze del M5S mentre Michele Emiliano, sindaco di Bari in quota Pd, sul fatto Quotidiano arriva addirittura a proporre che sia Grillo a scegliere il premier: “Per noi è un’opportunità”.

La smania ridimensionata di Nichi Vendola
Ha dovuto ridimensionare la sua smania di alleanza con il M5S anche Nichi Vendola. Dopo la sberla di Grillo di oggi, il leader di Sel ha spiegato: “Mi auguro sinceramente che si riuscirà a dare una risposta forte al vento di cambiamento che soffia impetuoso nel Paese. Su questo convincimento ho registrato una condivisione totale con Bersani”. Del resto, è la convinzione di Nichi, “Grillo prima o poi scenderà dal suo Aventino morale”. Anche se lui, a giudicare dalle ultime esternazioni, sembra stare bene lì.

Una soluzione siciliana all’orizzonte
Che fare dunque? Una soluzione possibile potrebbe essere quella che lo stesso Grillo definisce “meraviglioso”, il modello Sicilia. Intervistato da La7 nello Speciale elezioni, il leader del M5S ne ha spiegato i meccanismi che potrebbero essere riproposti a livello nazionale: “I 15 deputati eletti all’Ars non fanno parte della maggioranza né del governo guidato da Rosario Crocetta, ma hanno sostenuto provvedimenti di giunta e maggioranza come Dpef e la mozione sul no al Muos”. Un’ipotesi che, a giudicare dai commenti sul blog, piace anche ai grillini, scettici invece sul ritorno alle urne e sulla linea dura del loro leader verso Bersani.

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