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Perché gli italiani sono impazziti per Beppe Grillo

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi comparso sul quotidiano Italia Oggi.

L’Italia è un paese catto-comunista. Abituato, quindi, non a capire i problemi, ma a fare le prediche. Di fronte all’affermarsi del Movimento 5 Stelle, che alle prime elezioni politiche nelle quali si è cimentato ha intercettato un quarto dei votanti, la reazione è stata quella di stracciarsi le vesti, non di domandarsi perché abbia potuto rastrellare così tanti voti un partito senza soldi, basato sostanzialmente su due persone (Grillo e Casaleggio), che è stato ostacolato da tutti i grandi media, che non ha speso un euro in pubblicità, che non si è mai prestato al vanesio rito dei talk show televisivi, che non gode di nemmeno un euro degli imponenti contributi pubblici concessi ai partiti storici, che non si è avvalso delle falangi dei dipendenti pubblici sistemati senza concorso dalla nomenclatura politica, che non ha usufruito del sostegno dei grandi sindacati.

Se non si riesce a rispondere a questo interrogativo, non solo non si riuscirà a interrompere la crescita esponenziale, a valanga, dell’M5S, ma non si riuscirà nemmeno a rapportarsi con questo movimento. L’M5S infatti è l’evoluzione dell’astensione dal voto. Chi non votava credeva di mandare un segnale alla classe politica che invece se ne è fatta un baffo, considerando i non votanti come delle persone che potevano non essere tenute in considerazione.

Anche gran parte del grillini sono, potenzialmente, dei non votanti. Solo che, invece di non votare, hanno deciso di votare dotandosi di una clava, visto che la ramazza brandita dai maroniani non è servita a fare pulizia ma solo a sostituire una casta con un’altra. I grillini sono, se mi si consente il paragone un pò esagerato, come gli ebrei dopo la Shoah. Prima, le prendevano da tutti. Dopo, specialmente quando sono diventati israeliani, hanno cominciato a darle. Non solo non porgono l’altra guancia, ma non attendono nemmeno che lo schiaffo arrivi a segno. Il miglior commento su questa situazione l’ha fatto ieri Mattia Feltri su la Stampa quando ha ricordato che D’Alema ha offerto di “dare le assemblee parlamentari al centrodestra e al M5S”. “Ecco, onorevole D’Alema”, ha commentato Mattia Feltri, “lei non ha capito: i grillini non le chiedono ”spartizione” ma ‘sparizione'”.

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