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Gli americani tornano al lavoro all’ombra della Fed

Il governatore della Fed, Ben Bernanke, comincia a raccogliere i frutti del suo duro, e costosissimo, lavoro. Arrivano infatti segnali positivi dal mercato del lavoro americano a febbraio, che prosegue sulla via di una lenta, ma costante ripresa. Il mese scorso sono stati creati 236.000 posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione è calato al 7,7%, il minimo dalla fine del 2008. Il dato è nettamente migliore rispetto alle previsioni: gli analisti attendevano 160.000 nuovi salariati e un tasso di disoccupazione in calo al 7,8%, dal 7,9% del mese precedente. Ma il trend continuerà anche dopo il Sequester, i tagli automatici della spesa pubblica scattati il primo marzo?

Il segno della ripresa secondo la Casa Bianca

Anche se “resta ancora altro lavoro da fare”, i dati sull’occupazione “sono un’ulteriore prova del fatto che la ripresa iniziata a metà del 2009 sta guadagnando slancio”, ha detto Alan Krueger, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, commentando il rapporto sul lavoro di febbraio. “E’ importante ricordare che i numeri si riferiscono al periodo prima dell’inizio del Sequester”, ha detto Krueger, sottolineando che l’amministrazione continua a premere per un accordo sostenibile per ridurre il deficit del Paese.

Krueger ha tenuto a sottolineare il miglioramento del settore manifatturiero: “negli ultimi 37 mesi è stato creato oltre mezzo milione di posti di lavoro, il massimo dal 1986”.

L’obiettivo di Bernanke del 6,5%

Bene i dati, ancora lontani dall’obiettivo del 6,5% di disoccupazione prefissatosi da Bernanke. La necessità di stimolare la domanda di lavoro nel Paese è ancora più urgente nell’ultimo periodo. Le crepe cominciano infatti a farsi vedere anche dentro la Fed, che ha agganciato la politica monetaria all’economia reale e al tasso di disoccupazione. Ma fino a quando sarà sostenibile un programma da 85 miliardi di dollari al mese per un Paese che lotta contro un debito pubblico che fa sempre più paura?

Il miglioramento dei dati sui servizi

Nel mese di febbraio, l’Ism servizi, che misura l’andamento del settore dei servizi negli Stati Uniti, è salito a 56 punti a febbraio dai 55,2 punti di gennaio. Il dato è migliore delle attese degli analisti, che avevano previsto un lieve ripiegamento a quota 55 punti. è salito per il 39esimo mese di fila raggiungendo i 56 punti dai 55,2 di gennaio. Da segnalare che un valore al di sopra dei 50 punti indica una fase di espansione, mentre uno al di sotto corrisponde a una contrazione. Scomponendo l’indicatore, la componente dell’occupazione è scesa di 0,3 punti a 57,2 mentre quella dei nuovi ordini è salita di 3,8 punti a 58,2.

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