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Certezze e timori degli Usa sull’Italia di Grillo

Difficile capire a fondo lo scenario post-voto italiano, che appare ancora più confuso visto dagli Stati Uniti. Quello che è chiaro è che, a prescindere dall’esito delle elezioni, l’Italia resta un partner cruciale per l’amministrazione del presidente Obama. A dichiararlo, in una conversazione con Formiche.net, è l’economista Julie Chon del think tank americano Atlantic Council, che spiega le aspettative dei mercati e liquida la linea di politica estera del M5S di Beppe Grillo: “Non credo abbia un’idea chiara su come gestirla”.

Italia partner cruciale

L’Italia è un “partner cruciale per gli Stati Uniti, per la lotta comune al terrorismo e per la sua posizione strategica che permette uno sguardo ravvicinato a Medio Oriente e Africa. Per questo l’alleanza con l’Italia resta fondamentale”. E come valutare il programma pacifista proposto dal M5S di Beppe Grillo? “Credo proprio che questo movimento non abbia un’idea chiara di come gestire la politica estera”.

La minaccia della cyberwar

Gli Usa intanto si concentrano su altri tipi di minaccia. “C’è molta attenzione al tema della cybersecurity. La difesa della proprietà intellettuale però è un tema trasversale e sicuramente democratici e repubblicani riusciranno a trovare delle soluzioni condivise per fronteggiare il problema”, afferma.

Le aspettative dei mercati

Ma Chon, Public Investment strategist di Perry Capital, parla anche delle aspettative dei mercati sulla situazione politica italiana: “I mercati prevedono la creazione di un governo a breve. Ecco perché lo spread sui titoli di Stato italiani è rimasto abbastanza stabile in questi giorni. Ma quanto ancora potrà durare questa calma? L’ipotesi di nuove elezioni a giugno sarebbe una sorpresa per la finanza internazionale. Potrebbe reggere un asse Pd-Pdl? – si chiede Chon -. Quello che mi sembra più chiaro è che il M5S, se l’Italia fosse richiamata al voto presto, si rafforzerebbe ulteriormente”, osserva.

Meglio aspettare prima di fare nuovi investimenti

A dominare comunque resta l’incertezza. “Non consiglierei nuovi investimenti sui titoli italiani oggi. La strategia di Perry Capital, ad esempio, è quella di attendere un governo e delle riforme. Ma lo stallo non è causato solo dalle indecisioni dei leader politici, sembra che neanche gli italiani sappiano da dove partire con le riforme. Vedo solo un gran nervosismo”, sottolinea.

La debolezza di Obama

I dati sconfortanti sull’economia reale e sulla disoccupazione non aiutano di certo. E l’accordo di libero scambio tra Usa e Ue potrebbe essere uno stimolo valido per far riprendere la domanda interna? “Non credo che succederà niente sotto durante il secondo mandato Obama. Il presidente è debole, così come il Congresso, spaccato sui fronti più importanti. Figuriamoci quali passi avanti riuscirà a fare in materia”, conclude.

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