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L’uomo di Erdogan per trattare con il Pkk

Per giovedì è atteso lo storico annuncio promesso da Abdullah Ocalan. Indiscrezioni prevedono che il messaggio del leader curdo, incarcerato dal 1999, sarà di un “cessate il fuoco” che ponga un freno a un conflitto, quello tra i ribelli separatisi curdi e Ankara, che in 29 anni ha fatto almeno 40mila morti. L’annuncio arriverà durante Newroz, il capodanno curdo. A farsi portavoce del leader del Partito dei lavoratori curdi, Pkk, è stato il leader del Partito per la pace e la democrazia, Selahatti Demirtas, di ritorno da una visita nel carcere dell’isola di Imrali.

Come ricorda l’Atlante delle guerre e dei conflitti nella scheda sulla Turchia, il premier islamico nazionalista Racep Tayyip Erdogan “si è mostrato favorevole alle trattative con il Pkk e con lo stesso Ocalan” che ha aperto al dialogo nonostante la militarizzazione del territorio del Kurdistan, in risposta a una campagna armata contro le Forze armate turche lanciata a luglio del 2012.

Da parte turca l’uomo delle trattative è il 45enne, capo dell’intelligence, Hakan Fidan, ricorda l’agenzia France Presse, che ne traccia un profilo. Fidan è considerato un fidato alleato del premier che lo nominò a maggio del 2010. Di fatto gode di  una forma di immunità  contro le voci che si oppongono agli accordi con il Pkk. Su decisione del Parlamento controllato dall’Akp di Erdogan, non può essere interrogato, come gli altri agenti dell’intelligence, senza previa autorizzazione del primo ministro stesso.

Fidan è un pedina fondamentale nei colloqui con i curdi. Già nel 2009 prese parte già ai colloqui di Oslo con gli alti funzionari del Pkk considerata un’organizzazione terroristica da Ankara per questo fuorilegge. Sposato, padre i tre figli ha un passato nelle forze armate e lavorò per la Nato in Germania. Fu poi a capo dell’agenzia per lo sviluppo Tika, periodo durante il quale, riporta la stampa turca, strinse legami con il movimento islamico di Fethullah Gulen, in esilio negli Stati Uniti e considerato vicino al premier Erdogan.

Secondo quanto scritto da Haaretz, gli ambienti militari israeliani a loro tempo considerarono la nomina di Fidan all’intelligence un passo verso l’allontanamento di Ankara dallo storico alleato per ricalibrare le relazioni nella regione a favore dell’Iran. Un rapporto,quello tra Ankara e Israele, che giunse a un punto di rottura con l’assalto delle truppe speciali israeliani alla nave umanitaria che nel 2010 tentò i forzare il blocco navale della Striscia di Gaza, durante il quale morirono otto cittadini turchi. Ma questo è il passato.Le attese sono ora per l’annuncio di giovedì.

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