Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

L’eclissi di Suntech

Il sole non splende più per la Suntech. O almeno non sulla sua controllata di Wuxi dove il gruppo cinese leader mondiale nella produzione di pannelli solari è nato e che ora ha fatto ricorso alle procedure previste in caso di insolvenza. La Wuxi Santech Power è ora tra le prime grandi società cinese a dover ricorrere a procedure di fallimento, portata in tribunale da otto banche che lo scorso 8 marzo ne hanno chiesto l’insolvenza.

Una caduta iniziata lo scorso 15 marzo, quando sono scadute obbligazioni per 541 milioni di dollari. Si tratta di una controllata, e non come riportato in precedenza dall’agenzia di Stato Xinhua dell’omonima holding quotata a New York e il cui valore raggiunse i 16 miliardi di dollari e che negli anni scorsi era stata al centro di una vicenda su falsi bond tedeschi.

Ma certo la situazione a Wuxi rischia di avere ripercussioni su tutto il gruppo. Come sottolinea Bloomberg, citando l’ultimo rapporto annuale, è proprio nella provincia costiera del Jiangsu che sono prodotti tre quarti delle celle Suntech e almeno 1,200 dei 1,800 megawatt totali della società.

Il successo per la punta di diamante del fotovoltaico cinese si è rivelato anche la causa del proprio declino. La bancarotta, ricorda il Financial Times, è una novità. Fino a oggi le compagnie solari cinesi avevano beneficiato di credito e sostegno indiretto statale. L’industria del solare era considerata una priorità dal governo di Pechino e il settore ha dato impiego a centinaia di migliaia di cinesi, mentre le amministrazioni locali concedevano politiche di favore.

Sulla società pesa la combinazione di dazi imposti nei mesi scorsi da Unione europea e Stati Uniti per contrastare quelli che considerano gli impropri aiuti statali e una crisi di sovraproduzione che tra il 2008 e il 2012, ricorda il New York Times, ha visto la produzione di pannelli solari cinese aumentare di dieci volte mentre i pannelli cinese diventare più competitivi di quelli europei e giapponesi. Una strategia commerciale culminata con il fallimento della tedesca Q-Cell e che ora, dopo il crollo dei prezzi dei pannelli solari: -45% nel 2011, poi unnuovo -25% nel 2012, secondo i calcoli degli uffici studi Ihs. sembra rivoltarsi contro chi doveva avvantaggiare.

×

Iscriviti alla newsletter