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Consigli non richiesti a Napolitano. Ecco le consultazioni di Formiche: Magnaschi, Mazzanti, Gambarotta

Consigli non richiesti a Giorgio Napolitano. Mentre il presidente della Repubblica è impegnato nell’ultimo, e forse più difficile, compito del suo settennato, oggi sono iniziate le consultazioni per la formazione del nuovo governo, Formiche.net avvia una sorta di consultazioni parallele. Nel pieno rispetto del ruolo e della decisione che prenderà il capo dello Stato, Formiche.net ha sondato autorevoli commentatori su due semplici domande:

1. In caso Napolitano dovesse conferire l’incarico al segretario del Pd, Pierluigi Bersani ce la farà a ottenere la fiducia in Parlamento?
2. Qual è secondo lei la soluzione più auspicabile?

Il primo tridente a essere stato interpellato da Formiche.net è formato da tre giornalisti di lungo corso: Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi e MF/Milano Finanza, Paolo Mazzanti, direttore di Tmnews, e Gianni Gambarotta, ex direttore del Mondo.

Ecco le loro risposte:

Magnaschi, un governo e un sogno: l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

1. Se Bersani riceve un incarico esplorativo, la sua via sarà particolarmente accidentata e forse potrebbe anche andare a sbattere subito. Primo, perché i 5Stelle (se non cambiano parere), gli diranno di no. E, secondo, perché Bersani (sempre che anche lui non cambi parere) dice già di no ad ogni collaborazione con il Pdl. Se invece Bersani riceverà un incarico pieno, può formare un governo di miracolati politici (come del resto lo sono Grasso e la Boldrini, sia pure con rispetto nei confronti delle due persone), un governo destinato a procedere con difficoltà e sobbalzi in un calvario peggiore di quello del Prodi II per poi arenarsi sfiancato, dando ancor più spazio e argomenti alla protesta nelle urne.
2. La soluzione di gran lunga da preferirsi è un governo con pochissimi impegni come la riforma della legge elettorale e gli adempimenti di bilancio per rispondere ai diktat della Ue e alle esigenze del nostro sistema produttivo. E poi si torna alle elezioni. Sarebbe ovviamente bello (ma questo obiettivo è fuori dalla portata di Bersani; anche se si può sempre avere dei sogni; e io li ho) che si trovasse anche il modo di abolire il finanziamento pubblico dei partiti. Sarebbe questo un modo per dire ai votanti, vedete che anche la parte più stantìa del sistema, ha capito il vostro messaggio e, pur di non essere accompagnata alla porta, ha deciso, sia pure con un matusalemmico ritardo, di adempiere, senza fare degli scherzi lessicali (che si traducono in milioni di euro succhiati con le tasse dalle tasche degli italiani), alla volontà degli italiani espressa in un apposito referendum.

Mazzanti, un governo alla Crocetta

1. Bersani ce la farà, per il rotto della cuffia.
2. Per il Paese sarebbe auspicabile un governo di larghe intese, che oggi sembra impossibile per i veti incrociati tra i partiti principali. L’unica possibilità mi pare uno schema “alla siciliana” con un governo Bersani di minoranza al Senato che potrebbe nascere con il placet di Scelta Civica (che dovrebbe votare la fiducia), Cinquestelle e leghisti (che potrebbero in parte uscire dall’aula e in parte restare in aula per garantire il numero legale di 160 senatori e poi potrebbero anche astenersi o votare contro). A quel punto, ottenuta la fiducia, si potrebbe applicare il “metodo Crocetta” secondo il quale i Cinquestelle potrebbero valutare i singoli provvedimenti.

Gambarotta, governo del Presidente e poi al voto, senza Bersani e con Renzi

1. Io credo e mi auguro di tutto cuore che Bersani non ce la faccia.
2. Penso che si dovrebbe arrivare a un governo del Presidente per realizzare alcune riforme e preparare le elezioni da qui a un anno. Temo che si dovrà andare ancora a votare con l’attuale Porcellum perché sarà impossibile trovare un accordo su un nuovo sistema elettorale. Ma l’importante è che il Pd non ricandidi Bersani responsabile di una sconfitta umiliante, ma rifaccia le primarie. E’ altrettanto importante, questa volta, che le primarie siano davvero aperte a tutti in modo che si affermi Renzi. Con lui candidato, senza allearsi con quello squilibrato venditore di fumo che è Vendola, il Pd passerà sia alla Camera, sia al Senato, superando anche i grillini. A quel punto ci sarà un governo che potrà prendere anche misure drastiche (tipo patrimoniale) che sarebbero accettate perché finalmente si vedrebbe una prospettiva.

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