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Tempi ed effetti del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione

Ultimo passaggio e lo sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese arriverà. Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli lo ha assicurato oggi, venendo incontro alle richieste del mondo produttivo italiano soffocato dai crediti non ottenuti, e sfruttando la flessibilità concessa dall’Ue. Grilli ha poi illustrando le conseguenze che questo provvedimento avrà sui conti pubblici italiani, con una crescita già aggiornata al ribasso rispetto alle stime  fatte del governo a settembre.

Approvazione del Parlamento in tempi brevi

Non appena il Parlamento approverà la relazione di aggiornamento delle stime sul deficit varata oggi dal Consiglio dei ministri, “questo o il futuro governo” potrà “immediatamente” varare il decreto che sblocca i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, ha affermato Grilli. Sarà il decreto a stabilire in seguito “le forme e le modalità, attraverso le quali questa accelerazione dei pagamenti avviene”, ha precisato il ministro. Grilli ha ricordato che la relazione è un passaggio preliminare che, dopo il via libera delle Camere, consentirà di varare le misure sui pagamenti e ha auspicato che il Parlamento l’approvi “in tempi brevi”.

L’aumento potenziale del debito

Con lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese “il potenziale aumento del debito in due anni è di 20 miliardi il primo anno e 20 il secondo: cioè 40 miliardi” nel 2013-2014. Grilli ha precisato che “quello è il tetto massimo”. Quanto effettivamente sarà l’aumento del debito si saprà dopo il pagamento alle imprese. “Quello che per noi è importante – ha proseguito – è rafforzare l’economia”.

L’impatto sul deficit

Grilli ha difeso il processo di certificazione dei crediti “sulla base di crediti esistenti ed esigibili” e ha affermato che “non è stato lavoro inutile” e tornerà utile in seguito. Il pagamento dei debiti della P.a. alle imprese porterà il deficit/Pil quest’anno al 2,9%, ha spiegato il ministro. Il disavanzo è stato rivisto dal governo al 2,4% nel 2013. A questa stima occorre aggiungere uno 0,5% che è l’impatto delle misure per lo sblocco dei pagamenti.

Le stime sulla crescita al ribasso

Deficit in aumento e crescita in calo. Peggiorano infatti le previsioni sulla crescita italiana. Il Pil quest’anno calerà dell’1,3% per poi tornare ad aumentare nel 2014 all’1,3%. Nelle ultime previsioni del governo diffuse a settembre con la Nota di aggiornamento del Def si prevedeva per il 2013 un calo del Pil dello 0,2%. Nel 2014 il governo stimava una crescita del Pil dell’1,1%. Le previsioni per la crescita dell’economia italiana sono quindi state riviste a ribasso.

L’autorizzazione europea

Grilli ha precisato che il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione ”non vuol dire fare nuova spesa pubblica ma pagare per la spesa pubblica già avvenuta, è una cosa fondamentale da tenere presente”. Mentre il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, ha assicurato che ”non siamo di fronte al cambiamento di regole a livello Ue ma di fronte all’interpretazione di regole esistenti, questo dimostra che le regole di disciplina non sono cieche e rigide ma, come ogni regola pensata, permettono dei margini di valutazione”. All’Italia, ha spiegato Moavero, ”è stata riconosciuta la flessibilità per effettuare il pagamento delle pubbliche amministrazioni”. Il ministro ha ricordato inoltre che, grazie al recepimento della direttiva Ue sui termini di pagamento, a partire dal primo gennaio, ”i futuri investimenti e commesse saranno sempre saldati a 30 giorni”.

 

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