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Geopolitica dei Brics secondo Putin

Non più soltanto potenze economiche. Il gruppo dei Paesi Brics deve espandere il proprio ruolo alla geopolitica. “Esortiamo i partner a trasformare il blocco da occasione di dialogo per coordinare l’approccio a un numero limitato di temi in un pieno meccanismo di cooperazione strategica, che permetta di trovare soluzioni alle questioni chiave della politica globale”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una intervista all’agenzia Itar-Tass quando manca meno di una settimana al vertice dei leader delle potenze emergenti di Durban il 26 e il 27 marzo. Ormai da un decennio Brics è acronimo per le economie emergenti, Brasile, Russia, Indi, Cina e Sudafrica.

I Paesi, ricorda il leader del Cremlino, hanno tradizionalmente visioni simili sulla risoluzione dei conflitti internazionali attraverso la politica e il dialogo. I critici potrebbero però obiettare che in alcuni casi, in particolare quello cinese e russo, il costante riferimento alla non ingerenza negli affari interni degli altri Stati sia un modo per tutelare i propri. Comunque sia, dal vertice sudafricano, ha spiegato Putin, i cinque leader usciranno con una dichiarazione congiunta su diversi teatri di crisi e conflitto: Siria, Afghanistan, Iran e Medio Oriente.

Un primo assaggio del vertice di martedì e mercoledì si ha oggi, con la visita a Mosca del presidente cinese Xi Jinping. In carica da appena una settimana Xi ha scelto la Russia per il suo primo viaggio ufficiale alla guida della seconda economia al mondo. La partnership strategica tra Mosca e Pechino, ha sottolineato Putin, “è di grande importanza sia a livello bilaterale sia su scala globale”.

Il presidente russo snocciola le cifre degli ultimi cinque anni, con il volume d’affari tra i due Paesi duplicato e la Cina ormai al primo posto tra i partner commerciali russi con scambi bilaterali per un valore di 87,5 miliardi di dollari. Ricorda inoltre l’agenzia Reuters che simbolicamente l’incontro tra i due leader ha offuscato quello tra il governo russo e la Commissione europea che va in scena in contemporanea a Mosca.

D’altronde su molte questioni internazionali le due potenze, anche membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono andate fianco a fianco. Per tre volte hanno bloccato le misure contro il regime siriano, entrambe si sono schierate a favore dell’ultimo giro di sanzioni contro la Corea del Nord. Ed entrambi i Paesi sono coinvolti in dispute territoriali con il Giappone. Pechino per la sovranità sulle Senakaku-Diaoyu, Mosca per le Curilli.

Sul tavolo anche la questione energetica tra il più grande produttore al mondo, la Russia, e il maggior consumatore, la Cina. Come ricorda il Global Times, la russa Rosneft e le controparti cinesi sigleranno accordi durante la visita. Il colosso russo ha in programma di aumentare le forniture verso la Repubblica popolare attraverso l’oleodotto Espo, (quello che unisce Siberia orientale e Asia pacifica). Si parla di 1 milione di tonnellate di greggio in più per quest’anno rispetto alle attuali 15 milioni e di due milioni per l’anno prossimo, con l’obiettivo di passare a 34 milioni entro il 2018.

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