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Le mosse di Berlino dopo Cipro

La moneta non è uguale per tutti, nemmeno la moneta unica. Da oggi è evidente a Nicosia. Domani, chissà, potrebbe diventarlo anche a Roma, a Madrid, a Lisbona, a Dublino.

L’accordo raggiunto domenica notte è migliore del pasticcio originario, perché almeno costringe a ristrutturare le banche chiudendo la Lakia Bank, che fa capo al governo, tecnicamente fallita, e fa pagare il conto ai correntisti più ricchi e agli obbligazionisti.

Non è la soluzione ideale, nemmeno sul piano dell’azzardo morale, ma sempre meglio che gettare tutto il costo su chi ha depositi inferiori a centomila euro che, in base agli accordi europei, debbono essere garantiti.

Ma la vera novità è un’altra: a Cipro sono state rotte le regole dell’Unione monetaria. Le banche restano chiuse, e non si potrà prendere più di cento euro al giorno dai bancomat. La circolazione del contante viene ristretta, aboliti gli assegni, introdotti controlli sui movimenti dei risparmi oltre che dei capitali, insomma siamo in un regime speciale, una sorta di cambio forzoso. Il valore facciale resta intatto, ma quanto vale davvero oggi un euro cipriota, ridotto a moneta scarsa e sotto controllo politico? Può ancora essere chiamato euro come quello che circola liberamente altrove?

C’è una logica in questa follia. L’accordo bis è stato spinto dalla Germania le cui banche sono esposte per 5,98 miliardi sui dieci che la Ue verserà a Cipro (2,5 dalla stessa Berlino). Dunque, così come è già accaduto altrove, Spagna compresa, l’obiettivo primo dei tedeschi è proteggere gli interessi del sistema bancario pilastro del Modell Deutschland. Ma la clausola inquietante non è questa. Infatti, la piccola Cipro è stata chiaramente scelta come cavia per una operazione che potrebbe diventare di lungo periodo: la divisione dell’eurozona in serie A e serie B.

L’ipotesi circola da tempo, ma in Germania adesso riscuote grandi consensi persino nella Spd, come dimostra una ricerca condotta dalla Fondazione Friderich Ebert, il pensatoio socialdemocratico. Tra una integrazione piena, ritenuta utopistica, e una fuoriuscita in ordine sparso, che sarebbe disastrosa, i tedeschi optano per la separazione più o meno consensuale. Si tratta di creare un sistema simile al vecchio serpente monetario, con un nocciolo duro a cinque: Germania, Francia e Benelux e gli altri collegati con tassi di cambio più flessibili, regolati da una politica monetaria coerente con quella dei Paesi core (come fa oggi la Danimarca).

Potrebbe diventare questo il punto di incontro tra Cdu e Spd in vista del prossimo governo di Grosse Koalition. Se Cipro funziona.

Stefano Cingolani 

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