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Elogio dei Marò

Grazie all’autorizzazione dell’editore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi comparso sul quotidiano Italia Oggi.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono i fucilieri del San Marco che sono supposti, dalle autorità e dalla magistratura indiane, di aver ucciso dei pescatori indiani, da loro scambiati per pirati, durante l’attacco della nave italiana Enrica Lexie, il 15 febbraio dell’anno scorso. Su quello scontro ci sono poche certezze. Per esempio, il calibro dei proiettili trovati durante l’autopsia dall’anatomopatologo indiano nel corpo della vittime non corrisponde al calibro delle armi usate dai fucilieri italiani. La traiettoria dei proiettili che hanno colpito i pescatori non è compatibile con l’altezza della chiglia. La barca dei pescatori indiani è stata distrutta e quindi non si possono fare ulteriori verifiche. Non solo, se la nave italiana, che viaggiava in acque internazionali, non avesse stupidamente obbedito all’invito di attraccare in un porto indiano, i marò sarebbero stati giudicati dalla magistratura italiana.

In tutta questa vicenda, per il modo dilettantesco con la quale è stata gestita, ha brillato di incompetenza il ministro degli Esteri che non è riuscito a internazionalizzare la vicenda (ottenendo la pressione dell’intera Ue) e non è riuscito a far sentire, in sede locale, le sue ragioni con gli indiani che si sono impossessati di questi fucilieri e ne hanno fatto uno strumento politico in vista delle prossime elezioni in India, per depotenziare il consenso della signora Gandhi (che è di origini piemontesi, nasce infatti come Albina Maino e solo poi diventa indiana dopo aver sposato il figlio di Indira).

In tutto questo bailamme, gli unici a comportarsi dignitosamente sono i due marò. Da loro non si è mai sentita venire una parola di critica nei confronti delle autorità italiane che pure l’avrebbero meritata. Persino dalle loro famiglie (strano, in un paese di piagnoni come il nostro) è mai venuta una recriminazione ma solo dei ringraziamenti. In ogni occasione, i due marò si sono presentati al meglio della loro forma, con un atteggiamento fermo e dignitoso. Il merito va a loro ma anche alla struttura del San Marco che li ha formati al sacrificio, al servizio e alla dignità. Parole, queste, che sono desuete. Ma che sono quelle che danno lo scheletro a un Paese.

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