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Salta il decreto sui debiti della Pa? I costruttori di Confindustria sono contenti

Chi l’ha detto che il rinvio del decreto sul pagamento dei debiti della Pa, che doveva essere approvato stasera dal Consiglio dei ministri, fa imbestialire le aziende? Ci sono infatti imprese, che aderiscono anche a Confindustria, che sono soddisfatte del rinvio annunciato dal governo. Meglio nessun decreto che un provvedimento punitivo per gli enti locali e le società.

Il motivo? Eccolo: “Ance giudica positivamente lo stop al decreto per lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione chiedendo che siano eliminati i vincoli che sarebbero previsti nel provvedimento secondo indiscrezioni”. Le indiscrezioni sono quelle pubblicate oggi dal quotidiano MF/Milano Finanza in un articolo di Luisa Leone.

“L’emanazione del decreto pagamenti che il Consiglio dei ministri si appresta a varare può rappresentare un importante primo passo per saldare i debiti con le imprese, ma bisogna evitare di introdurre nuovi vincoli e sanzioni che rischiano di compromettere i risultati attesi”, ha dichiarato il Presidente dell`Ance, Paolo Buzzetti, allarmato per alcune anticipazioni relative alle misure.

Inaccettabile, secondo i costruttori aderenti alla confederazione presieduta da Giorgio Squinzi, che insieme ai sindaci dell`Anci sono i promotori della battaglia per il pagamento dei debiti della p.a. verso le imprese (oltre 20 miliardi solo quelli del settore dell`edilizia), “è soprattutto la norma che prevede l`impossibilità per gli enti autorizzati a pagare le imprese, di realizzare nuovi investimenti per i successivi 5 anni”.

Inoltre secondo Buzzetti, appare incomprensibile la norma che autorizza gli enti locali virtuosi a pagare solo 5 degli 11 miliardi in cassa. Così come “desta sconcerto il fatto che per il 2014 siano previsti zero pagamenti per spese in conto capitale e quindi per investimenti”. “Ci vuole più coraggio da parte dell`Italia – conclude Buzzetti – che deve varare misure efficaci per rimettere in moto l`economia e promuovere lo sviluppo”.

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