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Il dossier rifiuti a Roma

Punto di non ritorno per la spazzatura di Roma. Malagrotta tra poche ore sarà chiusa ai rifiuti non trattati. Cala così il sipario sulla discarica che “accoglie” i cassonetti della capitale. Ma non del tutto, dal momento che la chiusura definitiva arriverà a giugno. In extremis però un’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno consentirà per 30 giorni il trattamento dei rifiuti negli impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) di Malagrotta 2.

In questo modo viene scongiurata un’emergenza e, probabilmente, come dice il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, viene avviato un percorso per ”liberare Roma dalla “schiavitù delle discariche”. L’ordinanza del primo cittadino della capitale va poi letta anche nella veste che Alemanno ricopre di ”tutore dell’igiene e della salute” della città.

Il provvedimento di Alemanno apre – in attesa dell’entrata in funzione dell’impianto del Consorzio laziale rifiuti nella zona di Rocca Cencia – in modo diretto al pieno utilizzo degli impianti; perché è nel Lazio che dovranno esser trattati i rifiuti, dal momento che l’ipotesi di portarli fuori trova ostacoli, specie nelle regioni del nord (che poi sono quelle che avrebbero anche capacita’ di trattamento). In ordine Veneto, Piemonte e Lombardia hanno detto ‘no’ ai rifiuti laziali; da Luca Zaia a Roberto Maroni di spazzatura romana non ne vogliono sentire parlare. E anche la Sardegna, con Ugo Cappellacci, pur mettendo a disposizione mezzi chiude la porta.

La spazzatura tal quale verrà trattata e selezionata a Malagrotta 2, ma fino a un massimo di 1.000 tonnellate al giorno. Stando così le cose il trasporto extra-regionale diventa ”un’eventualità residuale”. Anche perché Alemanno ha disposto che gli impianti Ama funzionino come centri di trasferimento dei rifiuti verso altri impianti autorizzati (Colfelice, Albano e Viterbo oltre a Malagrotta 1 e 2).

Soltanto 24 ore prima Alemanno assicurava che a Roma ”non c’è il rischio di avere spazzatura in strada” e che quello non corre il pericolo di rivedere quello che in passato si e’ visto a Napoli. Poi l’ordinanza che per un mese mette al riparo. ”Da domani nelle discariche regionali non avremo più rifiuti tal quale – osserva il sindaco – E’ stata individuata la migliore soluzione possibile per garantire i servizi ai cittadini, tutelando la salute dei romani e il decoro della città, scongiurando al contempo la maxi-multa che l’Europa avrebbe comminato all’Italia se non fossimo riusciti a chiudere definitivamente Malagrotta”.

Corrado Clini vede di buon occhio le indicazioni di Alemanno invitando a spingere sulla raccolta differenziata ritenuto ”il tassello determinante per ricondurre a legalità, economica” e correttezza ambientale” la gestione dei rifiuti romani: ”Parallelamente – spiega Clini – ci sarà anche l’azione del presidente della Regione Nicola Zingaretti nella interlocuzione con le altre regioni per individuare impianti disponibili a trattare le quantità eventualmente residue di rifiuti romani che non potranno più essere conferiti alla discarica di Malagrotta senza il preventivo trattamento meccanico biologico, cosi’ come prevede la legge e ci chiede l’Europa”.

Il nodo della ‘solidarietà’ delle regioni sembra però essere fondamentale per capire fino a dove sarà possibile spingersi. Se di facciata tutte le regioni interpellate hanno rispedito al mittente la richiesta sembra pero’ possibile che, nei fatti, siano disposte ad offrire un aiuto. Inoltre, potrebbe essere un modo per costruire uno ‘schema’ delle procedure legate alla raccolta differenziata per puntare ai target di respiro europeo più volte evocati dal ministro Clini.

Oggi la questione dovrebbe avere un ruolo di primo piano sul tavolo della Conferenza dei presidenti delle regioni. Sarà impegnato in prima persona il governatore Zingaretti che ”sosterrà e chiederà ad altre regioni di accogliere i rifiuti di Roma per un periodo transitorio per essere lavorati”. E anche il sindaco della capitale pur riconoscendo che con l’ordinanza ”non ci saranno eccedenze” e che verrà coperta ”tutta la quantità di rifiuti tal quale”, afferma che ”per cautela”, e come ”misura di garanzia”, verrà fatta ”una richiesta” alle Regioni ”per vedere se qualcuno e’ disponibile a ricevere il surplus di rifiuti”.

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