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L’ira belga per i lavoratori tedeschi sottopagati in Germania

Non sono solo i Paesi in crisi dell’Europa del Sud ad accusare la Germania. Se Italia, Spagna e Francia criticano il super euro che mette in ginocchio il loro export ma non scalfisce la supremazia tedesca, ora le accuse arrivano anche dal Nord Europa, e per dumping sociale.

L’accusa di dumping sociale

Per “dumping” commerciale si intende una procedura di vendita di un bene o di un servizio su un mercato estero (mercato di importazione) ad un prezzo inferiore rispetto quello di vendita (o, addirittura, a quello di produzione) del medesimo prodotto sul mercato di origine. L’accusa alla Germania invece applica questo concetto a livello lavorativo. La Commissione europea, si legge sulla Bbc, sta studiando un ricorso del Belgio in merito alle basse paghe concesse da alcune imprese tedesche, un fenomeno che il Paese ha definito un esempio di “dumping sociale”.

La paga oraria per i mini job

Il governo belga ha scritto una lettera accusando i mini-job di Berlino, che contrasterebbero con le regole sulla concorrenza europea. Alcuni lavoratori tedeschi, secondo il Belgio, guadagnano infatti solo 3 o 4 euro all’ora, senza contributi sociali. Molti dei quali sono persone dell’Europa dell’Est che lavorano per imprese alimentari.

I numeri

Il fenomeno ha provocato anche critiche interne alla Germania stessa. La Commissione ha spiegato che in Germania sono 7,5 milioni i lavoratori soggetti a questo regime che non prevede alcun tipo di tutela. Dipendenti che possono guadagnare fino ad un massimo di 450 euro al mese senza pagare tasse o contributi pensionistici.

Il confronto con il Belgio

“In Belgio, invece, le paghe più basse si aggirano sui 12-13 euro all’ora ed il pagamento dei contributi è previsto sempre”, ha spiegato un funzionario belga alla Bbc. Il Belgio vuole che la Commissione fermi questa concorrenza sleale tra i Paesi dell’Unione, rendendo l’Europa più unita dal punto di vista sociale”.

Le possibilità reali del ricorso

La decisione del Belgio è stata acclamata dai proprietari di macelli del Paese, secondo cui i concorrenti tedeschi stanno minacciando la loro sopravvivenza. Un membro del partito di sinistra tedesco Mep, Thomas Haendel, ha detto che solo Germania e Malta nell’Unione non hanno uno statuto in cui si stabiliscono le paghe minime. “E’ molto scorretto perché Berlino ha una produttività molto alta e sfrutta questi mini-job come un vantaggio competitivo”. L’Europa però non ha poteri per stabilire un salario minimo europeo. Il Belgio si arrenda. Le possibilità di portare la Germania di fronte alla Corte europea sono pari a zero

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