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Tutti i diktat di Casaleggio

Quando meno lo si aspettava, il guru del Movimento 5 Stelle ha parlato. Gianroberto Casaleggio, a Torino per un incontro con gli imprenditori promosso dall’associazione Confapri, ha detto la sua sull’elezione del presidente della Repubblica.

“Il Presidente della Repubblica deve essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani”, ha detto Casaleggio. Alla domanda se l’elezione del Capo dello Stato risolverà lo stallo per la formazione del nuovo governo, ”lo vedremo quando avremo il Presidente”.

Le parole del guru, a Quirinarie ancora in corso, sono rilevanti. Di fatto escludono dai giochi due dei candidati in corsa per il Colle. Su tutti, Emma Bonino e Romano Prodi, che in precedenza sembrava poter raccogliere i favori di Grillo e Casaleggio e costituire una base d’intesa tra il Movimento e il Partito Democratico.

Con le parole di oggi, invece, Casaleggio chiede una guida imparziale, superpartes ma soprattutto non proveniente dalla politica. Il guru rischia così di esercitare non poca influenza sul voto ancora in corso delle Quirinarie, dove Bonino e Prodi risultano tra i nomi sui quali cadrà la scelta dei grillini per il prossimo capo dello Stato. Gli altri, di fatto preferiti da Casaleggio perché non politici, sono: Gian Carlo Caselli, Dario Fo, Milena Gabanelli, Ferdinando Imposimato, Stefano Rodotà, Gino Strada e Gustavo Zagrebelsky.

La retromarcia: ok a Prodi se vince le Quirinarie

Al termine dell’incontro con le imprese, però, il guru dei cinque stelle è tornato sull’elezione del capo dello Stato, con dichiarazioni stavolta più prudenti. “Noi ci rimettiamo sempre alle decisioni del Movimento. Se la maggior parte del Movimento dovesse votare Prodi, o un’altra persona, sarà lui” il candidato prescelto.

E Becchi minaccia l’addio

Il nome di Prodi fa comunque agitare il Movimento grillino. Diversamente dai sondaggi, erano già piovuti giudizi negativi da parte degli attivisti sul nome dell’ex premier e di Emma Bonino. Critiche che avevano visto la massima espressione in Paolo Becchi, professore ordinario di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova e considerato l’ideologo del Movimento 5 Stelle. Il professore, in un’intervista a La Zanzara, ha ribadito le sue considerazioni sull’eventuale appoggio all’ex presidente della Commissione europea.

“Come Presidente della Repubblica io voterei per Rodotà o per Zagrebelsky, entrambi sono persone di prestigio ed entrambi metterebbero in discussione ed in difficoltà il Pd”, ha affermato Becchi, che in merito alla decisione di inserire il nome di Prodi nella lista delle quirinarie, ha detto: “Prodi secondo me è stata una provocazione oppure un grandissimo errore del Movimento”. Per quale motivo? ”Prodi rappresenta tutto ciò che c’è di vecchio in questo paese, è un nemico del M5S e del popolo italiano”, ed è stato votato “per provocare l’irritazione nel movimento”.

Becchi è arrivato addirittura a ipotizzare un addio al Movimento, qualora Prodi risultasse eletto dall’esito delle Quirinarie. “Se fosse lui io scompaio dalla circolazione, Prodi è la negazione dello spirito del Movimento 5 Stelle. Se uscisse il suo nome non sarei più un simpatizzante del Movimento”.

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