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Perché in casa Rizzoli i poteri forti bisticciano

Tonfo in Borsa questa mattina per il titolo Rcs. Sul titolo ha pesato il rosso da mezzo miliardo registrato nel 2012 e il via libera del cda a un aumento di capitale da 400 milioni che potrebbe essere molto diluitivo per gli attuali azionisti. Ma nel corso della presentazione agli analisti finanziari l’ad di Rcs, Pietro Scott Jovane, ha affermato che consiglieri e azionisti del gruppo credono “fortemente” nel piano triennale di rilancio.

Della Valle medita di far causa al cda

Diego Della Valle, socio di Rcs Mediagroup con l’8,7% del capitale – uscito dal Patto di sindacato nella primavera del 2011 – ha fatto sapere al consiglio di amministrazione di Rcs, riunito fino alla tarda serata di ieri, le sue ragioni sull’intero impianto di piano di sviluppo e supporto finanziario approvato ieri. L’imprenditore marchigiano contesta le condizioni dell’aumento di capitale fino a 600 milioni che risulterebbero fortemente diluitive per i soci che scegliessero di non sottoscrivere. Della Valle non ha però esternato al consiglio le sue reali intenzioni di aderire o meno alla ricapitalizzazione.

Le posizioni di Merloni e Rotelli

La ricapitalizzazione è stata comunque approvata tra le polemiche. Dal cda si è dimesso Paolo Merloni, in dissenso sulle scelte del piano finanziario e sulle modalità dell’aumento considerato troppo punitivo, scrive oggi il quotidiano Repubblica. Ai lavori del consiglio non hanno partecipato anche Giuseppe Rotelli e Carlo Pesenti.

Il consorzio per l’aumento

Il consorzio bancario di garanzia verrà costituito a ridosso dell’avvio dell’aumento, ma già ieri Intesa, Ubi, Bnl, Mediobanca e Bpm hanno comunicato l’interesse a partecipare al consorzio.

Lo scenario

Dai soci forti Intesa, Mediobanca e Fiat, registi della nuova dirigenza, viene ora il sostegno per arrotondare le sottoscrizioni dei pattisti. Dalla quantità e qualità dell’inoptato Rcs dipenderà il futuro assetto azionario dell’editore. Ma appare probabile, come ha scritto oggi Repubblica, che il patto di sindacato, in scadenza l’anno prossimo, avrà vita breve, mentre i soci forti sono già in cerca di nuovi azionisti-gestori disposti a rilevare il controllo di Rcs o di sue parti di rilievo.

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