Il Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) del Venezuela ha deciso il riconteggio dei voti delle presidenziali di domenica, la cui vittoria è stata assegnata a Nicolas Maduro, il successore di Hugo Chávez.
Il nuovo conteggio accoglie la richiesta del leader dell’opposizione, Henrique Capriles, uscito sconfitto con uno scarto di circa 265mila voti, meno del 2% del totale, che ha accusato il governo di intimidazioni e irregolarità a favore di Maduro.
Capriles ha accolto positivamente l’annuncio del Cne, ma non è chiaro se il riconteggio comprenderà anche una verifica incrociata fra i suffragi ei registri dei votanti, come ha chiesto Capriles. L’annuncio è giunto nella tarda serata di ieri, alla vigilia dell’insediamento di Maduro, previsto per oggi.
Il ruolo degli Stati Uniti
La Casa Blanca ha chiesto al governo venezuelano “di rispettare i diritti di riunione e libera espressione dei cittadini”, limitati negli ultimi giorni dal presidente Nicolás Maduro. Attraverso un comunicato, l’amministrazione Obama ha ricordato che Maduro aveva accettato all’inizio il riconteggio dei voti in un processo definito dalla Casa bianca come “credibile e trasparente”.
L’insediamento di Maduro
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è partito ieri sera per Caracas per partecipare al giuramento del nuovo presidente venezuelano Nicolas Maduro. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa iraniana Irna, il presidente iraniano è accompagnato dal ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi e da altri responsabili iraniani.
Prima della partenza per Caracas, Ahmadinejad ha sottolineato come le relazioni della Repubblica Islamica con il Venezuela siano il “simbolo dei rapporti dell’Iran con l’America Latina”. “Questo non significa che le nostre relazioni con l’America Latina siano condizionate dai rapporti con il Venezuela”, ha aggiunto.
