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Chiara Luce, la santa tocca i cuori dei teenager italiani

Il 12 aprile scorso è stata la volta di Lamezia Terme, dove si è tenuto l’ennesimo incontro-testimonianza dedicato alla beata Chiara Luce Badano (1971-1990), la “teen ager” innalzata sugli altari da Papa Benedetto XVI nel 2010, morta all’età di 19 anni per un tumore osseo, che sta toccando sempre più i cuori dei giovani e dei cattolici italiani.  Un gruppo di una settantina di vescovi e cardinali amici del Movimento dei Focolari, il 6 agosto 2012 si è in effetti riunito a Torino per un incontro di alcuni giorni, che si è concluso con una visita-pellegrinaggio a Sassello (SV) il paese natale della Beata.

All’incontro promosso la scorsa settimana dalla Diocesi di Lamezia Terme hanno parlato i genitori di Chiara, Maria Teresa Caviglia e Ruggero Badano, oltre a due suoi amici di quando era ragazzina, e che oggi sono quarantenni, Chicca e Franz Coriasco. Dalla testimonianza di fede umile e gioiosa di Maria Teresa e Ruggero Badano è emerso prima di tutto che, il primo terreno su cui è maturata la santità di Chiara, è stata proprio la sua vita di famiglia. Benedetto XVI il giorno della sua beatificazione ha indicato Chiara ai giovani come “un esempio di coerenza cristiana” e “un raggio di luce”, invitando ad approfondire la sua spiritualità di comunione vissuta nell’esempio di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari.

Chiara Badano è stata una dei patroni del 50° Congresso Eucaristico internazionale, svoltosi nel giugno dello scorso anno a Dublino e, nella prossima Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) che si terrà a di Rio de Janeiro del 2013, è stata prescelta da Benedetto XVI come intercessore.
La città natale di Chiara, Sassello, è da anni meta di pellegrinaggi di folti gruppi, soprattutto di giovani, provenienti dall’Italia intera, ma anche dall’estero, desiderosi di conoscere più in profondità la vita di questa loro coetanea, che è stata un’attiva “focolarina” fin dall’età di 9 anni. Incontrò infatti il movimento dei Focolari ad un raduno del 1980, legandosi subito ai gruppi delle giovanissime di Albisola e di Genova e divenendo presto una “Gen III”, terza generazione del movimento, occupandosi di bambini e anziani. Nel 1981 iniziò una corrispondenza con la citata fondatrice del movimento dei Focolari, che la soprannominò “Chiara Luce”.

Nel 1985 si trasferì con la famiglia a Savona per frequentare il liceo classico. Tre anni dopo avvertì un forte dolore alla spalla mentre giocava a tennis e poiché i dolori alle ossa aumentarono, agli inizi del 1989 fu ricoverata in ospedale, dove le fu diagnosticato un osteosarcoma con metastasi.
Subì un primo intervento chirurgico all’ospedale Molinette di Torino – dove, tra l’altro, incontrò il cardinale Saldarini in visita ai malati – e numerosi cicli di chemioterapia e radioterapia.
Perse l’uso delle gambe per la malattia e nell’estate del 1989 subì un secondo intervento. Nonostante la sofferenza seguì ugualmente le attività dei focolarini, accettando la malattia come un dono e mantenendo salda la sua fiducia in Dio.

Donò, inoltre, tutti i suoi risparmi ad un amico in partenza per una missione nel Benin e fece  anche lavoretti da mettere in vendita per beneficenza.
Gli ultimi mesi li trascorse a letto nella sua casa di Sassello insieme ai genitori e in contatto via telefono con il movimento dei Focolari. Ebbe uno stretto rapporto anche con il vescovo della diocesi di Acqui, monsignor Livio Maritano.

Nell’agosto del 1990 Chiara preparò nei minimi dettagli il suo funerale quasi come se fosse una sorta di festa di nozze. Il 10 settembre mandò un saluto a tutti i membri della comunità focolarina, registrando un’audiocassetta, e negli ultimi giorni inviò anche un biglietto agli amici di Sassello. Poco prima di morire chiese a sua madre di farle indossare un abito da sposa per essere pronta all’incontro con il suo “sposo” Gesù.

La testimonianza di quanti hanno conosciuto personalmente o leggono la vita di Chiara, ne raffigurano la particolare santità giovanile ordinaria ma allo stesso tempo dinamica ed eroica, incidendo fortemente nell’animo di quanti vi si accostano.

L’11 giugno 1999 si è aperto per lei il processo di canonizzazione diocesano, conclusosi velocemente nell’agosto del 2000. Dopo l’esame della Congregazione per le cause dei Santi dell’eroicità delle virtù in base al materiale raccolto durante il processo, Benedetto XVI l’ha dichiarata venerabile il 3 luglio 2008 e, il 19 dicembre 2009, lo stesso Papa Ratzinger firmava il decreto di approvazione del miracolo attribuito alla sua intercessione. E’ stato così possibile, il 25 settembre 2010, a monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione vaticana, dichiararla beata con una celebrazione nel Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma, alla presenza dei genitori e dell’intera comunità dei Focolari.

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