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Renzi non faccia come Rutelli. E salvi il Pd

Salvate il soldato Pd. È l’appello che lancia la firma dell’Unità Francesco Cundari, già al Riformista e al Foglio, autore del “Manuale del giovane turco”, a Formiche.net: “Il problema principale è salvare l’ultimo partito rimasto per evitare che la politica italiana si riduca a un derby tra miliardari con senso dell’umorismo”. E cioè Beppe Grillo vs. Silvio Berlusconi.

A questo obiettivo, sono chiamati tutti, da Matteo Renzi ai Giovani Turchi alla Stefano Fassina, dalla vecchia guardia ai 40enni rampanti come Pippo Civati che si accusano vicendevolmente su giornali e social network: “In questa guerra del tutti contro tutti, il rischio non è la scissione ma lo spappolamento. Se il Pd si strappa di nuovo in mille pezzi sul voto di fiducia al nuovo governo, il partito rischia l’evaporazione e questo sarebbe un male per il Paese”, avverte Cundari che auspica un punto di mediazione tra le diverse anime del partito che permetta di ripartire.

Su come farlo, sembra avere le idee chiare Matteo Renzi che oggi, in un’intervista a Repubblica, propone il suo manifesta politico. Il giornalista politico dell’Unità fa notare: “Gli suggerirei di cominciare dicendo basta con il programma istituzionale degli anni Novanta. L’idea del ‘sindaco d’Italia’ di cui parla a Repubblica non è l’ultimo grido della moda. Il modello francese era la riforma della Bicamerale di Massimo D’Alema. Sono vent’anni che se ne discute e se non è mai arrivata alla luce, forse quella riforma va nella direzione sbagliata. Nuove facce impongono anche un nuovo copione, per quello vecchio vanno bene Berlusconi e Prodi che tra l’altro mi sembrano più arzilli che mai”.

Una politica di cambiamento non significa però una politica degli strappi. Secondo Cundari, “è interesse di Renzi fare una proposta di rinnovamento radicale sostenibile per il Pd, esso non è una zavorra per il sindaco ma un’occasione. Del resto, lo abbiamo visto con Francesco Rutelli con la scissione del 2009: della sua Api ormai non si ricorda più nessuno”.

E lo stesso non può avvenire a sinistra: “Fabrizio Barca è tesserato da un giorno nel Pd, quindi non penso che voglia già lasciarlo. Mentre a Nichi Vendola consiglierei di non ascoltare il richiamo dei ‘leaderini’ della sinistra radicale che, non avendo elettori, non sono contestati da nessuno e per questo pensano di averle azzeccate tutte”.

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