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Caro Renzi, meglio Amici della direzione Pd?

Interviste e apparizioni in tv, conversazioni con quotidiani, ritratti e fotogallery sui periodici.

Non si può certo dire che a Matteo Renzi non piaccia il Renzi presenzialista su giornali e siti, concionatore e affabulatore in tv, piacione in buffet e cene per raccogliere fondi, alla presenza magari di qualche uomo della finanza da rottamare ma che è affascinato dal Rottamatore.

Forse ha ragione Franco Marini: Renzi ha ambizioni sfrenate, eccessive. Ma Renzi gli ha risposto in maniera sagace: sì, è vero, sono ambizioso, ho l’ambizione di cambiare l’Italia. Ben detto.

Le ultime sortite pubbliche del sindaco di Firenze hanno mostrato una chiara volontà, e disponibilità, di Renzi a guidare un esecutivo di convergenza tra forze politiche. E molti osservatori, tra cui anche Formiche.net, hanno ritenuto che il sindaco di Firenze fosse la personalità più adatta per innovare il sistema politico e partitico in una situazione di emergenza.

E ieri sera, da Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La 7, Renzi ha ribadito di sentirsi di sinistra, ma di una sinistra non alla Vendola o alla Barca.

Oggi, nella direzione del Pd, era l’occasione per dimostrare capacità di convincimento, coraggio nell’affrontare dissensi e suggerire una linea netta a un partito allo sbando.

Invece, nulla. Silenzio. Non ha chiesto di parlare, si è defilato, ha ascoltato. Perché Renzi nelle direzioni di partito ascolta e parla solo in tv e con i giornali?

Oggi erano il luogo e il momento opportuni per dire: amici, bando alle chiacchiere; c’è da fare un governo di alto profilo, politico, riformatore, con le migliori forze, come ci ha consigliato (e scudisciato Napolitano); i saggi nominati dal Quirinale hanno delineato già un condivisibile canovaccio programmatico; siamo una sinistra di governo che per responsabilità nazionale e necessità politica contingente non può non governare con forze del centro e moderate; questa è la mia linea, chi condivide mi segua; diamo speranza al partito e al Paese.

Invece niente, silenzio.

Scelta saggia, forse: discutere con Maria De Filippi è più semplice che discutere con Anna Finocchiaro.

 

 

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