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Cosa pensa Enrico Letta di Renzi, Berlusconi e… Vasco

Pensieri e parole di Enrico Letta. Come vede la politica italiana e i suoi protagonisti quello che è stato il più giovane ministro della storia del Paese (1998, ministro delle politiche comunitarie a 32 anni) e sarà il più giovane premier d’Europa? Basta rileggere le sue interviste, i suoi cinguettii su Twitter e i post sul suo blog per capirlo.

Su Renzi e il Pd
Intervistato dal Tg3 il 15 aprile, prima del voto per il Quirinale e dopo il veto di Renzi su Franco Marini e Anna Finocchiaro, il “grande mediatore del Pd” ha lanciato il tema “unire, unire, unire”. Poco ascoltato, alla luce di come sono andati i fatti: “Renzi è una risorsa per il presente e per il futuro del Pd, ma ora c’è un rischio di spaccatura del partito mentre il Paese è allo stremo. Non possiamo spaccarci in questo momento”.

Il suo programma di governo
Al termine delle consultazioni ieri sera, Letta ha già di fatto indicato quale sarà il suo programma di governo: “Serve un cambio di linea dell’Unione Europea da un lato, la riforma della politica dall’altro – ha detto – e per dare una risposta alle esigenze di credibilità di politica e istituzioni, ci sono riforme costituzionali quali la riduzione del numero dei parlamentari, l’abolizione delle Province, la fine del bicameralismo perfetto e la creazione del Senato delle Regioni e una nuova legge elettorale”.
E bisogna fare presto: “Senza riforme della politica non c’è possibilità di uscire dalla crisi, c’è l‘urgenza di risposte che necessitano scelte in tempi certi”.

Sicuramente il premier incaricato terrà in considerazione il lavoro svolto dai “dieci saggi” indicati da Giorgio Napolitano. Come rivela un suo tweet: “La qualità del lavoro delle due Commissioni di Napolitano fa giustizia di tante polemiche. Tante idee condivise da concretizzare prestissimo”.

Su Napolitano
Grande sintonia con il capo dello Stato di cui ha elogiato sul social network il suo discorso di insediamento di lunedì davanti alle Camere riunite: “Dopo un discorso simile c’è solo da agire. Senza perder tempo. Senza spirito di fazione. E pensando solo ai problemi del Paese”.

Sul presidente della Repubblica
Letta è sempre stato un sostenitore della linea di Bersani sul no a un governissimo con il Pdl e a ipotetici scambi sul Quirinale con Silvio Berlusconi. Intervistato dall’Unità online, ha chiarito: “Abbiamo sempre sostenuto, e lo ribadiamo, che riteniamo separate le vicende istituzionali dal governo. Non è immaginabile uno scambio come quello che chiede il Pdl. Sul Presidente della Repubblica non intendiamo fare alcuna forzatura di parte, puntiamo ad un ampio consenso, ma non si può legare questo passaggio al sostegno al governo”.

Il no a Berlusconi
Nel suo intervento alla direzione Pd del 6 marzo, il vicesegretario del partito ribadisce il no a Berlusconi:
Nel no ad un governo con Berlusconi “non dobbiamo avere alcuna ambiguità mentre dobbiamo sfidare Grillo senza rincorrerlo. È una sfida complicata ma se stiamo uniti e dalla parte del cambiamento questa sfida la vinciamo”.
“Noi abbiamo l’onere della prova rispetto ad altri che sono scomparsi, noi abbiamo un’altra chance e dobbiamo giocarla fino in fondo”.

Su Grillo
La differenza tra il Pd e il M5S? Letta l’ha spiegata in chiusura di campagna elettorale: “Grillo avrebbe espulso Renzi dal suo partito. Noi, al contrario, abbiamo fatto le primarie per decidere il candidato premier della nostra coalizione. Sta tutta qui la differenza tra noi e il M5S: loro hanno un padrone, il centrosinistra è una comunità”.

Sul sindacato
In un confronto con Europa in ricordo di Pietro Scoppola, il vicesegretario del Pd parla anche della sua idea dei sindacati: “Il Pd di Bersani è un partito della società aperta, dei diritti del consumatore e della lotta alle corporazioni. Questo non toglie che la società abbia dei punti cardinali: il mondo della rappresentanza, delle relazioni corte, dell’associazionismo. Altrimenti l’individuo resta solo in una società nuclearizzata”.

Sul caso Cipro e l’Europa
Il neoincaricato premier ha commentato su Twitter anche la vicenda di Cipro: “De Gasperi e Spinelli si rivoltano nella tomba per come l’Europa si sta suicidando. La gestione del caso Cipro è un uragano per Ue e ciprioti”.

Letta è sempre stato un sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, In un intervento sul Sole 24 Ore del 2 agosto 2012, diceva che c’è bisogno di più Europa e per averla bisogna investire “sul finanziamento delle reti di trasporto e di telecomunicazioni, ma anche sulla valorizzazione delle risorse immateriali e sul capitale umano. Il talento, le competenze, la cultura, la carica innovativa dei giovani europei sono la risorsa a più alto potenziale di ritorno che abbiamo. Partendo da una delle politiche di maggior successo della Ue, Erasmus, e prendendo a modello l’esperienza della partnership pubblico-privata del fondo Marguerite, si potrebbe potenziare, per esempio, la disponibilità di risorse destinate alle politiche comunitarie di formazione internazionale o di sostegno alle startup di giovani: attraverso un fondo aperto, finanziabile con specifici euro-project bond e fondato sul microcredito”.
Nello stesso articolo proponeva l’elezione diretta del Presidente dell’Ue: “Una figura che accentri in sé le funzioni oggi svolte da Barroso e Van Rompuy. Una figura che tratti alla pari col presidente degli Stati Uniti e con quello cinese. Una figura designata direttamente dal popolo europeo attraverso l’esercizio del voto democratico”.

Le curiosità: legge Dylan Dog, ascolta Vasco e tifa Milan
Sul suo sito, nella biografia, Letta dedica uno spazio anche alle curiosità. E rivela che ama leggere, tra gli autori preferiti alcuni degli scrittori italiani dell’ultima generazione, come Santo Piazzese, Marcello Fois, Gianrico Carofiglio. E’ un appassionato di Dylan Dog. Tifa da sempre per il Milan e gioca ancora oggi a subbuteo. A livello musicale, gli piacciono Irene Grandi, Elio e le Storie Tese, Vasco Rossi e Zucchero.

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