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Il 25 aprile avvelenato di Grillo e Vendola

Veleni e recriminazioni segnano un 25 aprile scandito dalle consultazioni che il premier incaricato, Enrico Letta, sta tenendo per aggregare consenso utile alla formazione di un governo di larghe intese.

Un momento delicato e significativo per il Paese, che nelle cronache cede il passo a dichiarazioni che inquinano ancora di più il clima di scarsa fiducia tra le forze politiche, responsabile dello stallo che finora ha reso complicata l’elezione del nuovo capo dello Stato e impedito la formazione di un esecutivo di scopo.

LE ACCUSE DI GRILLO
Con un nuovo post intitolato “Il 25 Aprile è morto”, Beppe Grillo si scaglia contro l’intera classe politica, da Giorgio Napolitano fino allo stesso Letta, definito “un membro del gruppo Bilderberg”.
Parafrasando una canzone di Francesco Guccini, “Dio è morto”, il comico genovese cita personaggi ed episodi che a suo dire renderebbero ormai inutile festeggiare il giorno della Liberazione.
Oggi – scrive in conclusione il leader del Movimento 5 stelle – evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere”.

VENDOLA: PDL COME FASCISTI
Il leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola, uscendo dal suo turno di consultazioni e motivando il proprio “no” a partecipare a un esecutivo di salute nazionale, ha paragonato il Popolo della Libertà al fascismo, scatenando il caos.
Nel Comitato di Liberazione Nazionale – ha detto – convivevano diversità straordinariamente lontane e, per certi versi, inconciliabili, ma solo un soggetto non c’era: i fascisti”. Poi ha aggiunto: “Se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza, erano altri gli alleati da cercare, visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo”.

LA REAZIONE DEL PDL: IL LEADER DI SEL È UN ESTREMISTA
Le affermazioni di Vendola sono per un risentito Pdl “parte di un estremismo che ha diviso il Paese e che dobbiamo lasciarci alle spalle“.
Questo il pensiero della vicecapogruppo al Senato, Simona Vicari, che commentando il leader di Sel lo ha definito “sfascista”.
In questo difficile momento – ha rilevato – è necessario abbandonare i toni da campagna elettorale. Forse Vendola era distratto o fuori l’Aula ma come ha detto il presidente Napolitano nel suo discorso d’insediamento, davanti a noi c’è l’occasione per superare il clima da guerra civile che ha incendiato la politica italiana per oltre 20 anni. Una guerra combattuta – conclude – con ogni strumento, da quello giudiziario a quello scandalistico”.

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