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Imu e ministri politici. Perché il Pdl sbraita sul governo Letta che verrà

Che succede nel Pdl? Perché il partito capitanato da Silvio Berlusconi sembra il più scettico su obiettivi e composizione del governo di Enrico Letta in via di formazione? Non è stato proprio il Pdl a invocare fin dal giorno dei risultati elettorali un esecutivo di larghe intese?

Con un Pd dilaniato, che ha dovuto cambiare cavallo e politica (prima Bersani per un governo un po‘ grillino, adesso il vice di Bersani per un esecutivo di larghe intese), il Pdl fa la voce grossa.

La bandiera che viene sventolata è quella delle promesse su cancellazione e restituzione dell’Imu. Cosa buona e giusta, in teoria, salvo fare i conti con lo stato della finanza pubblica e quindi con le necessarie coperture (in attesa di rivedere con Bruxelles i rigidi paletti sui conti pubblici).

Ma dietro la diatriba, molto popolare quanto immaginifica, si cela un’altra partita del Pdl, forse più rilevante: quella di spazzare via quanto più possibile posti “tecnici” all’interno del governo in fieri. Basta Monti e i ministri più o meno montiani, quindi. E‘ l’ora di ministri politici: è questo il primo comandamento cui si attengono i vertici del Pdl nelle trattative e nei colloqui con il Pd nella composizione dell’esecutivo Letta.

Non solo Imu, insomma. O, forse, altro che Imu…

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