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Successi e rischi della nuova strategia di Zuckerberg per Facebook

Dodici mesi fa Facebook si era appena affacciata al business degli smartphone, ma oggi è proprio quel settore a fare la differenza. I risultati dei primi tre mesi dell’anno, presentati ieri dalla società, mostrano che i ricavi hanno superato le attese del mercato: sono saliti del 38%, a 1,46 miliardi di dollari, 0,02 miliardi più delle aspettative. Lo scorso anno, nel primo trimestre, i ricavi del gigante dei social network avevano invece segnato 1,06 miliardi di dollari. Ma su quali fronti rischia l’ad Mark Zuckerberg?

Gli introiti pubblicitari

Come spiega il Wall Street Journal, a determinare il significativo aumento, non è tanto la crescita del numero degli utenti, quanto gli introiti delle pubblicità su dispositivi mobili, come smartphone e tablet. Il totale degli introiti da pubblicità è infatti salito del 43% rispetto lo scorso anno, a 1,25 miliardi di dollari, con il business dei dispositivi mobili che ha segnato il 30% del totale, in aumento del 23% rispetto all’ultimo trimestre del 2012.

Profitti e spese crescenti

I ricavi di Facebook sono cresciuti del 38% rispetto ad un anno fa, a quota 1,46 miliardi di dollari. Ma il gruppo fondato e guidato da Zuckerberg, secondo Quartz, non ha ancora imparato a creare profitti. Quello che li mantiene stabili è la spesa frenetica, aumentata del 60% rispetto al primo trimestre del 2012, a 1,08 miliardi di dollari. Queste spese in realtà sono legate quasi interamente alla lotta contro Google e gli altri competitor nell’assunzione dei migliori talenti dell’ingegneria. Facebook infatti ha speso 753 milioni solo in stipendi.

Il calo dei ricavi medi per utente

Mentre Facebook si aggiudica sempre più utenti nel mondo sviluppato, la possibilità che il gruppo guadagni di più da ogni singolo utente diventa sempre più lontana. Quel che è peggio, sottolinea Quartz, è che la maggior parte del calo degli incassi per utente non deriva dai Paesi in cui Facebook sta crescendo, ma in quelli più tradizionali, come Usa e Canada.

Il calo delle entrate non pubblicitarie

Gli incassi del gruppo di Zuckerberg da fonti non pubblicitarie, quelle che erano state pensate per diversificare le fonti di reddito, sono calati per la prima volta in un anno. I crediti di Facebook, delle trovate per far spendere agli utenti soldi sul sito, come giochi o beni virtuali, stanno perdendo popolarità. Ma quest’anno il crollo della spesa da parte degli utenti è stato del 16,7%, mentre a inizio 2012 dell’1%.

Il confronto con Google

A differenza di Google, gli utenti che arrivano su Facebook vogliono vedere tutto tranne la pubblicità. Mentre Facebook piazza banner e inserzioni tra le conversazioni tra amici, rischiando di risultare intrusivi, la pubblicità di Google arriva quando i surfer del web son ben disposti, perché stanno ricercando prodotti o notizie.

Infine, come sottolinea il Financial Times, agli utenti piace navigare su Facebook. Quello che resta da vedere è quanto saranno ancora disposte a pagare le imprese per raggiungerli.

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