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Andreotti: Violante taccia o riveli tutto sul processo per mafia!

Tra i tanti “coccodrilli” su Andreotti, ci auguriamo che non ci sia quello di Luciano Violante. Il suo silenzio sarebbe un doveroso gesto di rispetto nei confronti del Grande Defunto.
Giulio sapeva bene, e lo fece capire, dopo la sua assoluzione a Palermo, che i suoi guai giudiziari erano scaturiti dalla gestione Violante della Commissione parlamentare Antimafia. Don Luciano chiamò a deporre Tommaso Buscetta e, dopo pochi mesi, arrivò la richiesta di autorizzazione a procedere sull’ex premier, firmata dal Procuratore di Palermo, Caselli, concittadino e amico di Violante. E la DC, ormai allo stremo, non difese Andreotti e lo consegnò ai magistrati.
Una pagina drammatica, che gli storici dovranno approfondire, ma che fu determinante per la fine della DC molto di più delle inchieste di Di Pietro, a Milano, per corruzione e finanziamento illecito ai partiti.
Da Violante, che oggi ha cambiato posizione, sui rapporti tra politica e toghe, sarebbe utile che venisse una sincera autocritica per aver gestito una fase, che gli storici dovranno analizzare, che provocò guasti gravi alla politica e alla giustizia. E l’Andreotti, presunto baciatore di Riina, deturpò l’immagine del nostro Paese, non solo quella dell’allievo prediletto di De Gasperi.

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