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La rivincita dei grillini contro Grillo e Casaleggio su diaria, indennità e rimborsi a 5 stelle

Nel Movimento 5 Stelle è giunto il momento della resa dei conti. E poco importa che per i leader Grillo e Casaleggio la questione fosse già stato scritta, e sottoscritta dagli stessi grillini su bibbie e regolamenti del Movimento. A mente fredda 132 parlamentari su 163 hanno espresso il proprio disappunto nei confronti di una direttiva, firmata Grillo/Casaleggio, giunta la settimana scorsa: fatto salvo il dimezzamento dell’indennità di mandato da 10mila a 5mila euro lordi rimanevano da chiarire la faccenda diaria, le spese per i collaboratori e l’attività politica, i rimborsi per taxi e telefono.

Riportato in un articolo su Repubblica il responso del referendum a cui hanno partecipato i deputati 5Stelle è stato questo: “Il 48 per cento chiede che le diarie (quindi tutte le voci accessorie) vengano mantenute completamente, con l’obbligo di rendicontare tutto quel che si spende, ma senza dovere restituire il di più. Lo farà chi vorrà”, scrive la giornalista di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea.

L’intento del leader e del guru era nobile: i parlamentari avrebbero dovuto scegliere onlus cui devolvere le cifre eccedenti rispetto a quella pattuita: “I parlamentari devono percepire solo 5.000 euro lordi di indennità e ogni altro rimborso relativo a spese effettivamente sostenute rendicontate periodicamente. La differenza dovrà essere destinata al fondo di solidarietà”, si legge ancora su Repubblica.

Ma per la maggioranza dei grillini la scelta migliore sarebbe adesso quella di rendicontare tutto e restituire l’eccedente, ma attenzione, solo su base volontaria.
Il mantenimento delle indennità accessorie sarebbe legato a quella che per alcuni grillini rappresenta un’ingiustizia: “Per il fisco noi prendiamo tutta l’indennità, 10mila euro lordi al mese. Alcuni saranno svantaggiati, ma c’è poco da fare. Ecco perché una parte di noi vuole mantenere le indennità accessorie, per compensare quel che perde in tasse”, così secondo la giornalista di Repubblica spiegava un “deputato di peso”.

Il tema dei compensi per i parlamentari del Movimento 5 Stelle era stato recentemente discusso nel summit segreto a Villa Valente. La vicenda del percepimento o no della diaria era infatti cosa di non poco conto per la stampa che da tempo reclamava una maggiore trasparenza. Ma evidentemente lo era ancor di più per gli stessi grillini. E le parole rassicuranti di Grillo – l’importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente –  non sono state abbastanza convincenti.

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