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Il dossier Telecom-3Italia e i numeri di Telefonica

Utili in crescita ma crollo del fatturato. Il primo trimestre del colosso spagnolo delle telecomunicazioni Telefonica, uno dei maggiori azionisti di Telecom Italia attraverso la holding Telco, presenta anche altre novità. Una su tutte, il mercato principe per il gruppo è diventato il Brasile. E’ una considerazione che potrebbe avere conseguenze sul futuro di Telecom Italia, il cui cda si riunisce oggi per decidere dell’eventuale fusione con 3Italia e dello spin-off della rete?

I numeri e le svalutazioni del 2012

Il colosso spagnolo archivia il primo trimestre del 2013 con un forte aumento degli utili netti, cresciuti del 20,6% a 902 milioni di euro malgrado un calo del fatturato, arretrato rispetto dell’8,8% rispetto a dodici mesi prima a quota 14,14 miliardi di euro. A favorire il miglioramento dei conti ha contribuito in modo decisivo il fatto che gli utili netti sono confrontati con un trimestre, il primo del 2012, che per il gruppo spagnolo era stata segnato da una maxi-svalutazione della propria partecipazione in Telco.

Il mercato brasiliano

Anche se il calo del fatturato è principalmente imputabile a una svalutazione in Venezuela, il presidente di Telefonica Cesar Alierta, ha spiegato che “l’America latina ha contribuito ai ricavi del gruppo per oltre il 50% per il secondo trimestre consecutivo, e il Brasile è diventato il nostro principale mercato in termini di contributo ai ricavi, segnalando l’avanzamento nella diversificazione delle nostre attività”.

Il futuro di Telecom e il cda di oggi

Il ruolo di Telefonica in Europa potrebbe vedere delle novità già a partire da oggi, o comunque dai prossimi giorni. I nodi dell’eventuale fusione di Telecom con 3 Italia del cinese Li Ka Shing saranno al centro del cda del gruppo presieduto da Franco Bernabè. Quello odierno dovrebbe però essere un cda interlocutorio perché, secondo alcune indiscrezioni, non sarà espresso alcun parere sull’operazione, né positivo né negativo. All’esame del board della società anche il possibile scorporo della rete e l’eventuale ingresso della Cdp presieduta da Franco Bassanini.
“Il dubbio – sottolinea Alberto Brambilla sul Foglio – è se sia più sensato un investimento diretto nelle reti di nuova generazione anziché in un’infrastruttura in rame da ‘tenere in pancia per poi vederla morire lentamente negli anni’.

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