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Berlusconi e Monti corrano insieme alle Europee. Ecco perché

Al centro non c’è né Silvio Berlusconi Mario Monti ma l’Europa. Parte da questa convinzione la proposta di Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, di presentare liste comuni Pdl-Scelta Civica in vista delle Europee del prossimo anno.

In un’intervista con Formiche.net, l’ex vicepresidente della Camera spiega il senso della sua riflessione: “Non si tratta di riproporre un’alleanza con Berlusconi e non è una linea diversa da quella seguita fino a qui da Scelta Civica. Bisogna capire che la politica ormai si fa con un piede in Italia e uno in Europa. Se vogliamo che l’Italia pesi in un contesto europeo, dobbiamo adeguarci ragionando in quell’orizzonte. Scelta Civica deve porsi il problema della sua collocazione in Europa e noi dell’Udc proponiamo per il movimento di guardare al Ppe, il partito di Konrad Adenauer, Helmut Kohl, Alcide De Gasperi, il partito che ha fatto l’Europa”.

Un progetto che coinvolgerebbe anche Berlusconi?
A Berlusconi chiediamo un atto di generosità. Alle Europee non presenti il simbolo del Pdl ma quello del Ppe.

Monti concorda?
Spero che lo faccia. La sua figura dà forza e credibilità al progetto. Il governo Monti ha fatto la prima tappa con il riassetto dell’economia, ora bisogna procedere alla seconda e far arrivare agli italiani l’idea che l’Europa non è matrigna ma madre. Bisogna cambiare la filosofia che presiede la nostra politica con un “Keynesismo rovesciato dell’offerta”: un grande piano europeo che non miri a sostenere la domanda ma a migliorare la competitività investendo sulla ricerca e sullo sviluppo, magari con degli euro bonds dedicati. Così si ridarà slancio all’economia europea.

Anche trenta parlamentari dell’Udc-Fli-Volkspartei e Pdl tra cui l’eurodeputato dell’Udc Giuseppe Gargani hanno costituito un’associazione culturale, Popolari italiani per l’Europa, con la prospettiva di far nascere la versione italiana del Ppe. Ha aderito?
Non ho aderito ma vedo molto fermento su questo tema, in tanti hanno capito che la partita vera della politica ora si gioca a Bruxelles.

Anche nel governo Letta si discute molto di Europa, soprattutto sulla questione di rispettare i vincoli economici imposti dall’Ue o chiedere una proroga. Cosa bisogna fare secondo lei?
Il governo Letta dovrebbe parlare di meno. Noi stiamo per uscire dalla procedura di infrazione per deficit recessivo, è questione di settimane, non manca molto ma fino a quella data è meglio tacere.

Il governo Letta durerà?
Invito il governo ad avere previdenza e coraggio. Suggerisco ai suoi componenti di stare fuori da tutto quello che non è il programma dell’esecutivo. I ministri non sono lì per realizzare le proprie idee personali ma le linee programmatiche su cui il Parlamento ha votato la fiducia. Ci aspettano mesi difficili ma se il governo reggerà, dopo le elezioni tedesche del 22 settembre la strada sarà in discesa e questo esecutivo potrà essere ricordato come quello della ripresa.

Per aprire una nuova fase di pacificazione nazionale, Massimo Brambilla su Formiche.net, ha aperto un dibattito sulla possibilità di nominare due rivali storici come Silvio Berlusconi e Romano Prodi senatori a vita. Condivide?
E’ un’idea. Ciò che conta è uscire dalla logica della demonizzazione dell’avversario e occuparsi di cose importanti come il lavoro, la competitività, l’economia della conoscenza, lo sviluppo. Tutti temi da affrontare sul tavolo dei 27 Paesi dell’Ue. Scelta Civica deve portare avanti questa rivoluzione culturale insieme con noi dell’Udc. Spero che Scelta Civica recuperi il suo spirito originario e una sintesi di tutte le sue componenti.

A proposito di sintesi, c’è chi legge nell’editoriale di Luca Cordero di Montezemolo e Nicola Rossi su Italia Futura 2.0 una presa di distanza da Monti. Anche lei ha pensato la stessa cosa leggendolo?
Io mi sono fermato al significato letterale della parole e mi pare siano giuste. C’è bisogno di elaborazione culturale a livello politico, senza di essa non c’è la politica stessa.

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